Ravenna, Mater Naturae, il progetto della coop. sociale San Vitale

Romagna | 05 Novembre 2021 Cronaca
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Elena Nencini - Unire sociale, agricoltura e produzioni del territorio è questo a cui punta la cooperativa sociale San Vitale attraverso il progetto Mater Naturae, in cui, tra gli altri pro- dotti, spicca la produzione dell’a- glio elefante biologico. Enrico De Sanso, responsabile del settore agricolo della cooperativa sociale San Vitale, spiega «Il progetto di agricoltura biologica e sociale Ma- ter Naturae è nato dall’integrazio- ne tra una storica azienda agricola biologica di Ravenna e la nostra co- operativa che da oltre 30 anni ope- ra nel territorio ravennate per dare risposta ai bisogni delle persone disabili e svantaggiate attraverso servizi educativi, formativi e di inserimento lavorativo». La produzione biologica si estende per circa 12 ettari nelle campagne tra Ra- venna e Borgo Montone, continua De Sanso: «su terreni certificati e lavorati nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo. Nelle nostre coltivazio- ni e nella commercializzazione dei prodotti biologici sono impiegati circa 8 ragazzi e lavoratori con pro- filo di fragilità: la nostra attività è votata alla produzione agricola, ma non solo; Mater Naturae è infatti un’impresa formativa per ragazzi e ragazze che si trovano in situazioni di vulnerabilità o che sono inseriti in programmi formativi specifici e upportati da un maestro d’opera che insegna loro una professione, l’importanza del lavoro e dello sta- re in gruppo». Ad avere ‘scoperto’ la varietà dell’aglio elefante è pro- prio uno dei maestri d’opera di Mater, Christian Grassi, che cura anche la produzione all’interno dell’azienda ravennate: «quando abbiamo iniziato a seguire l’agri- coltura biologica avere l’aglio tra dizionale era un problema, poiché le piantine sono molto piccole e si perdevano tra le erbe infestanti. All’epoca conobbi un signore che aveva un piccolo orto all’interno dell’azienda agraria Marani e mi fece conoscere l’aglio elefante. Mi disse che non avrei avuto problemi a coltivarlo seguendo il biologico e me ne regalò qualche chilo. È un aglio estremamente produttivo che non ha bisogno di trattamenti, di concimazioni, e anche la digeribi- lità è buona rispetto all’aglio clas- sico». Il progetto che la cooperativa San Vitale e Grassi stanno por- tando avanti è molto ambizioso, continua Grassi: «Ho fatto ricer- che su questa varietà: è più simile a un porro che a un aglio e non ha quelle sostanze che rendono l’aglio difficile da digerire. È un ceppo che è noto a Ravenna almeno da 80 anni, come l’aglione della Val di Chiana. Oltretutto è una pianta di cui non si butta niente: i capolini e gli steli dei fiori li utilizziamo per fare i sottoli. Due anni fa abbiamo cominciato un percorso con l’isti- tuto agrario di Faenza Persolino- Strocchi e con la Regione Emilia- Romagna che ci ha portato alla registrazione nell’Arca del gusto di Slow Food, come prodotto. Adesso stiamo andando avanti l’obiettivo di farlo riconoscere e registrare come prodotto autoctono e locale: stiamo procedendo quindi con una ricerca con l’Università di Pavia e il prof. Graziano Rossi, docente di botanica ambientale ed applicata». Infatti conclude Grassi: «Adesso cerchiamo testimonianze dirette o indirette di anziani ortolani e hobbisti locali, figli o nipoti, che ci possano confermare la presenza storica di questo aglione nei nostri territori. Per qualsiasi segnalazione potete scrivere attraverso Messen- ger, tramite mail a maternaturae@ sanvitale.ra.it o al 340/3852388».
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