Ravenna, Marzulli (Ausl): «Ambulatorio migranti, una bella realtà romagnola»
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Federica Ferruzzi - E’ attivo dal 2001, ma da circa un anno l’ambulatorio migranti dell’Ausl ha trovato sede all’interno del Cmp, negli spazi in cui il servizio si alterna con quelli di diabetologia. «Si tratta di una delle poche realtà romagnole - spiega la coordinatrice Tiziana Marzulli - ed è un servizio che risponde a due tipi di target: da un lato offre l’accesso libero, al mercoledì pomeriggio, a tutti gli irregolari, mentre dall’altro prevede aperture straordinarie ad accesso programmato per richiedenti asilo indicati dalla Prefettura quali nuovi ingressi sul territorio». Per quanto riguarda la prima modalità, ad accedervi sono tutti gli irregolari anche sprovvisti di iscrizione al servizio sanitario nazionale. «Ci sono tre medici della continuità assistenziale, che si alternano, e personale della Croce Rossa che lavora a supporto dell’attività medica - prosegue Marzulli -. Il tentativo è anche quello di sollevare l’attività del pronto soccorso, a cui invece queste persone si riferirebbero. Un’altra attività preziosa è quella dell’orientamento, che viene svolto grazie all’aiuto di una mediatrice culturale. Il sistema può apparire complicato, per chi viene da fuori, di conseguenza servono indicazioni precise». A prevalere sono le persone che provengono dai Paesi dell’Est, «anche se gli utenti vengono davvero da ogni parte del mondo. Durante la fase “calda” in Afghanistan abbiamo avuto diverse persone provenienti da quell’area, ma ce ne sono tante che invece provengono dalla Rotta Balcanica, non solo via mare, quindi, e che approdano dapprima in Questura per poi attivare un percorso di richiesta d’asilo». Ogni mercoledì il numero di accessi varia, ma si parte sempre da un minimo di dieci. «E’ difficile fare una stima e l’attività, di conseguenza, è complicata da programmare. Nell’ultimo periodo abbiamo però iniziato a dare all’utenza un riferimento informativo grazie all’attivazione di un numero di telefono che la mediatrice mantiene attivo nelle ore di apertura dell’ambulatorio». Gli accessi programmati sono invece rivolti a persone che arrivano in Italia approdando in uno dei tanti porti e da lì vengono distribuite in varie parti del Paese. «Sono persone che vanno inquadrate dal punto di vista clinico - prosegue Marzulli - e che possono presentare cronicità da affrontare quanto prima. Un’attività, in questo periodo, che invece svolgiamo per entrambi i servizi è quella di sensibilizzazione al ciclo vaccinale. Il lavoro non manca mai».