Ravenna, Marzufero, fondatore de «I colleghi di Grisù»: «In prima linea per chi ha bisogno»
Federica Ferruzzi
La donazione in pediatria di giocattoli, panettoni e denaro è solo l’ultima di una serie che si alimenta in base alle crescenti necessità: l’attività del gruppo «I colleghi di Grisù» è infatti sempre attiva per chi ha bisogno. E la lista, purtroppo, è lunga. «Siamo un gruppo spontaneo, non un’associazione - si affretta a precisare Fabio Marzufero, vigile del Fuoco -. Siamo tutti colleghi, ma partecipiamo come singoli cittadini, infatti lo facciamo nel nostro turno libero. Abbiamo una chat, siamo una quarantina di persone e ci informiamo sui bisogni di ogni genere. Un pochino - anzi, tanto - mettiamo di tasca nostra, ma per fortuna possiamo contare sul supporto di amici ed esercenti che, spontaneamente, donano anche prodotti per chi è meno fortunato». E la lista delle persone per cui si è fatto qualcosa, principalmente bambini, è davvero lunga. «A giugno scorso abbiamo raccolto una discreta cifra per Eitan, il bimbo che ha perso i genitori nella strage del Mottarone, mentre una delle ultime donazioni è stata fatta insieme all’amico Giovanni Morgese di “Cuore e Territorio” per la piccola Sara, la bimba affetta da neuroblastoma. Siamo stati tra i primi a vederla a casa ed è stato davvero un grande onore». E negli ultimi tempi gli aderenti stanno aumentando. «Io lancio una proposta e chi vuole aderisce. Siamo partiti un anno e mezzo fa, non c’è nessun obbligo o vincolo, siamo cittadini che offrono un contributo in determinate situazioni, quando si può per quello che si può». E Marzufero si mette in campo sempre in prima persona. «Ad esempio, quando doniamo vestiti, li controllo sempre personalmente, non si possono fare figure spiacevoli. E’ da sedici anni che faccio il volontario e ho avuto il piacere di collaborare anche con lo scomparso Dino Amadori dell’Irst di Meldola grazie al comitato Amicizia e solidarietà di Denis Visani, mia grande maestra. Mia moglie è coordinatrice di sala del teatro Alighieri e tramite lei sono riuscito a contattare, nel tempo, attori e cantanti che hanno partecipato a raccolte fondi. Una fotografia autografata o un oggetto hanno contribuito a raccogliere nuovi finanziamenti». E a partecipare sono stati anche diversi ravennati. «Marco Melandri ha donato ginocchiere e magliette, mentre Davide Ballardini ha contribuito con magliette del Genoa». E ogni centesimo raccolto viene scrupolosamente documentato. «Da anni, inoltre, sono consigliere di Aias, associazione italiana spastici, dove ho portato il mio contributo insieme all’amico scomparso Romano Brandolini. Le attività sono molteplici, ma noi non ci tiriamo indietro».