Ravenna, Marianna Panebarco racconta le novità internazionali: «Un corto 3d alla Tim Burton»

Romagna | 30 Gennaio 2022 Cultura
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Elena Nencini
Un’azienda familiare oggi non si identifica più con un quartiere o un territorio, ma grazie ad internet i confini non esistono più e si lavora con tutto il mondo. E’ quello che succede ai Panebarco, ditta ravennate composta da babbo Daniele disegnatore di eccellenza e dai tre figli Marianna, Matteo e Camilla (c’è anche mamma che partecipa anche se non direttamente) che si occupano di produzione di video in grafica, cartoni animati, motion graphics, illustrazioni animate, cartoon, pubblicità e spot.
In un mondo sempre più globalizzato ormai, in alcuni campi, la specializzazione diventa sempre più necessaria e i Panebarco si sono ritagliati un prestigioso posticino nel mondo delle realizzazioni 3d.
Marianna Panebarco, che si occupa della parte dei contatti e dell’approccio con il cliente, racconta gli ultimi progetti, che vanno dallo spot per la Golia a una serie tv fino a un cortometraggio.
Come lavorate solitamente?
«Ci sono clienti che vengono e ci fanno richieste specifiche: noi creiamo per loro il concept, la storia, l’animazione, ma molto spesso lavoriamo come partner all’interno di altri progetti, come ‘subfornitori’. Per lo spot di Golia (realizzato dall’agenzia Selection Communication and Design per Perfetti Van Melle) ci ha chiamato la Spook, società di post-produzione di Milano, e mio fratello Matteo, fine scultore digitale, ha realizzato e animato l’orso in 3d insieme a Carlo Casavecchia, Ahmed Shalaby, Hasan Tawfiq, Regis Rodriguez. L’orso è fatto completamente in 3d: con dei software ad hoc si realizza il modello; poi è necessario inserire all’interno di questo modello (che in pratica è una statua virtuale) le articolazioni, se no non si può animare. Più snodi metti più è realistico. Questo è il lavoro del rigger , una figura richiestissima a livello internazionale tanto che bisogna prenotarli per tempo. Se il rigger è stato bravo il movimento del personaggio sarà molto fluido. Il nostro era egiziano. Una volta fatto il rigging è necessario realizzare la texture, e il materiale per coprirlo, per l’orso c’era un ulteriore difficoltà costituita dal pelo; esiste una figura che si chiama groomer ed è specializzata nella realizzazione di peli 3d. Noi il groomer lo abbiamo trovato in Kuwait». 
Vi state dedicando anche a una serie tv e a un cortometraggio?
«La serie tv è ancora in fase di sviluppo, abbiano iniziato con un piccolo contributo della Film Commission Emilia Romagna che ci ha permesso di ingaggiare due autori, un inglese e un italiano. L’italiano è Enrico Nocera, un autore piuttosto conosciuto che scrive anche per Fiorello e per la Cortellesi. Due persone diverse, un inglese maturo, molto esperto nel settore dei cartoni animati e un autore italiano che viene dalla stand up comedy per sviluppare una nostra idea: una famiglia di creativi un po’ pazzi che vivono in questa  ridente cittadina, abitata da personaggi immaginari, animali parlanti, oggetti che si animano. Questa famiglia ha messo su un’agenzia che aiuta i diversi personaggi a risolvere un problema. La protagonista è Nora, la bambina di 12 anni, che nessuno considera, ma la sua intuizione, la sua creatività, il suo pensiero laterale riescono a risolvere i problemi dei grandi  E’ una parodia della nostra famiglia e ci abbiamo messo anche le due urne dei nonni che si animano e incitano Nora a fare di più. Abbiamo trovato un partner in Irlanda che è Telegael, ma bisogna reperire ancora una parte dei finanziamenti. Per adesso lo abbiamo presentato al “Cartoon forum” a Tolosa, la più grande vetrina europea per questo tipo di progetti nell’ambito dell’animazione».
Per il cortometraggio invece?
«Siamo a buon punto, abbiamo trovato quattro tipi di finanziamento (selettivi del Ministero della Cultura, Comune di Ravenna, Film Commissione Emilia Romagna e Tax credit) si chiama Caramelle ed è un corto in animazione 3d ambientato a Ravenna. È la nostra prima opera cinematografica realizzata come casa di produzione indipendente. Io sono la producer, Matteo il regista e Camilla la line producer: siamo partiti da un episodio famigliare realmente accaduto, che poi diventa surreale. I personaggi sono in 3d, mentre i fondali sono fotografici e riprendono angoli insoliti della città, come lo skyline industriale e portuale della Darsena, le attività che affacciano sul canale e il cimitero monumentale. Protagonista è Lucia che saltuariamente fa visita alla tomba del padre nel cimitero cittadino. Un giorno trova sulla tomba una carta colorata di caramella tutta appallottolata. Il curioso episodio si ripeterà più volte, fino a quando Lucia scoprirà che…
I personaggi e le ambientazioni ricordano “La Sposa Cadavere” di Tim Burton che abbiamo amato molto; al centro di tutta la storia il rapporto affettivo che unisce tre generazioni e il rapporto con la morte e l’aldilà. Il corto è muto così sarà più facile da presentare anche all’estero».
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