Ravenna, Marianna Panebarco ha prodotto un corto d’animazione in première al Festival di Roma

Romagna | 14 Ottobre 2022 Cultura
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Federico Savini
«Il nostro piccolo film è un omaggio ai nonni, un modo assolutamente sentimentale di guardare al confronto fra le generazioni. Lo fa capire anche il modo in cui trattiamo il tempo del racconto, che è il presente ma un presente intriso di passato. E lo fa capire l’ambientazione della nostra storia: una Ravenna “di vicinato” che forse davvero, come hanno commentato i primi che hanno riconosciuto casa loro nel trailer, è quella più importante». C’è un’emozione palpabile nelle parole di Marianna Panebarco, che in questi giorno si trova a Roma per «Alice nelle città», sezione parallela del festival del cinema di Roma che quest’anno ha dedicato un’intera sezione all’animazione. E proprio in questo contesto, domenica 16 alle 14.30 all’auditorium della Conciliazione verrà proiettato in prima assoluta Caramelle, cortometraggio prodotto dallo studio ravennate Panebarco & C., scritto da Marianna, Camilla e Matteo Panebarco, che ne ha curato anche la regia. Produttore associato del film è Mediterraneo Cinematografica, mentre il distributore è Premiere Film. Una storia, quella di Catamello, che (forse) e' inevitabilmente familiare, che riannoda i fili di tre generazioni unite dall’amore per il nonno defunto. Con alcune cartine di caramelle che spuntano fin troppo spesso durante le visite al cimitero della protagonista del cortometraggio, ambientato in una malinconica, dolce e riconoscibilissima Ravenna…
«Partecipare ad “Alice nelle Città”, per di più in un’edizione importante come il ventennale e nella nuova sezione interamente dedicata all’animazione per noi è già una vittoria - commenta Marianna Panebarco -. Caramelle non è un lavoro qualsiasi per noi e una simile première è proprio quello che speravamo per partire».
Il corto è infatti interamente concepito e realizzato alla Panebarco. Si può definire un progetto compiutamente artistico?
«Sì, da questo punto di vista è una novità per noi, che di base e da anni lavoriamo per terzi. Quindi padroneggiamo bene la tecnica dell’animazione e il processo produttivo, ma questa volta abbiamo assecondato il nostro estro da cima a fondo. È una produzione indipendente a tutti gli effetti».
Quanto lavoro c’è dietro a Caramelle?
«Nel 2019 ho cominciato a destreggiarmi tra i bandi italiani relativi al cinema, anche perché era chiaro che il budget sarebbe stato alto. Siamo riusciti ad intercettare contributi del Ministero della Cultura, il sostegno della Regione Emilia Romagna e la collaborazione del Comune di Ravenna. Dalla fine del 2020 è iniziata la fase operativa più concreta legata al corto».
Il regista è Matteo ma, a partire dalla sceneggiatura, si può considerare un lavoro di famiglia, a più mani…
«Lo spunto viene da un episodio reale della nostra infanzia, che ci siamo raccontati molte volte. Poi naturalmente l’abbiamo elaborato e romanzato, avvolgendolo in un’atmosfera vagamente dark, alla Tim Burton, che insieme agli inarrivabili film della Pixar è uno dei nostri fari. Ci aggiungerei un tocco di surreale e un grande affetto per un mondo “vintage” imparentato con i nostri anni ’50, con una cucina d’epoca e di stile italianissimo, un’auto scassata come non se ne vedono più, la vecchia bici da corsa del nonno e oggetti quotidiani che hanno tutta una loro magia…».
La scelta dei fondali di Ravenna è soprattutto sentimentale o risponde anche a motivazioni tecnico/logistiche?
«Direi entrambe le cose, l’animazione 3D richiede fondali fotografici che poi vengono post-prodotti e integrati col modello dei personaggi e anche gli interni degli ambienti sono interamente modellati in grafica. Però gli sfondi cittadini sono al 100% ravennati, dalla Darsena al cimitero fino al passaggio a livello della stazione. Caramelle è ravennate poi anche per la squadra che ci ha lavorato, a cominciare dall’art director Carlo Casavecchia fino al compositore Luciano Titi, che da un semplice storyboard animato ha colto al volo il mood musicale che volevamo dare al corto».
Dopo Roma che strada prenderà Caramelle?
«La cosa più difficile è partire e anche per questo siamo soddisfattissimi della première romana, anche perché il focus di Alice nelle Città è un evento per l’intero settore. Abbiamo avviato una promozione in vari festival, soprattutto fuori dall’Italia, ma di sicuro proietteremo Caramelle anche a Ravenna. È un corto di 12 minuti e ci piacerebbe associarlo a dei lungometraggi animati distribuiti in sala. Inoltre, Caramelle è il primo film targato WeShort Originals, una serie di prodotti nati in sinergia con la piattaforma WeShort, praticamente un canale italiano a sottoscrizione dedicato per intero ai cortometraggi. Una bella collaborazione fra indipendenti, che ci ha messo in contatto con artisti e professionisti molto bravi».
Come Panebarco ci sono altri progetti di stampo puramente artistico?
«È in una fase avanzata di sviluppo anche una serie tv, a cui lavoriamo da due anni e mezzo, una serie comedy per bambini che prende spunto dal nostro lavoro e ha per protagonista una ragazza di nome Nora. Abbiamo in progetto anche un altro corto e qualche idea per un lungometraggio ma vedremo come evolveranno le cose nei prossimi mesi. In fondo Caramelle vale anche come biglietto da visita per una parte del mondo dell’animazione che non vediamo l’ora di esplorare».
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