Ravenna, Maresi (San Vitale): «Speriamo di aprire l'Albergo del Cuore a giugno 2024»

Romagna | 08 Dicembre 2023 Cronaca
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Elena Nencini
Uno spazio rivolto all’inclusione a 360°, vicino alla stazione, in via Rocca Brancaleone 42 gestito dalla cooperativa San Vitale, con 10 stanze per dormire, ma anche bar, bistrot e una bottega con prodotti della stessa cooperativa. Sarà questo l’Albergo del cuore che vuole promuovere la sostenibilità, l’ambiente, l’inclusione sociale. A raccontare come stanno procedendo i lavori è la presidentessa della cooperativa San Vitale Romina Maresi.
Quando sarà pronto l’Albergo?
«I lavori procedono ma non nei tempi che ci eravamo prefissi. Lo scoppio delle guerre, la crisi energetica, il crollo del pil, l’inflazione sono elementi che avrebbero rallentato qualsiasi progetto, compresa la rigenerazione di un albergo. Prevedevamo la conclusione entro il 2023 e ci affacciamo alla primavera del 2024, speriamo di stare nei tempi tra aprile e giugno.  E’ un progetto articolato dove pulseranno tante anime, la ricettività sarà orientata all’inclusione per accogliere persone in difficoltà ma anche turisti, cittadini che desiderano venire a Ravenna ed entrare in un progetto caratterizzato dalla bellezza, sia sul piano estetico che della relazione. Sarà un turismo esperienziale oltre che di turismo canonicamente inteso».
A che tipo di accoglienza pensate?
«Con questo albergo siamo passati dal concetto di “struttura fisicamente accessibile” a quello più inclusivo di “ospitalità accessibile”, che si realizza attraverso un’accoglienza senza stereotipi, prevede servizi personalizzati ed allestisce gli spazi per garantirne la massima fruibilità senza nulla togliere allo stile e al design».
L’aumento dei prezzi ha influito anche sui costi dell’albergo?
«Si, i costi sono lievitati, abbiamo dovuto aggiustare il budget di intervento e ottimizzare le sinergie che siamo riusciti ad attivare. È in corso una campagna continuativa di crowfunding che supporta almeno in parte l’investimento: le campagne di conoscenza dello stato di avanzamento dei lavori sui social ci consentono di generare interesse e avvicinamento al progetto». 
Come è nata questa idea?
«Mi è passato nella testa qualche anno fa, quando in gioventu mentre studiavo facevo anche guide turistiche e mi sono sempre detta che dopo avrei unito queste due passioni  e finalmente ci sono riuscita: l’Albergo del cuore sarà la perla dell’inclusione dei nostri progetti.
La rigenerazione completa del vecchio edificio si coniuga con il tema della sostenibilità. Dentro l’albergo non ci sarà solo l’accoglienza, ma uno shop enogastronomico dove acquistare i prodotti tipici del nostro progetto Mater Natura, e altri realizzati da imprese rappresentative  del territorio». 
L’Albergo offrirà anche un posto ai ciclisti?
«Sarà anche bike hotel e metteremo in sinergia tutto l’impegno della cooperativa rivolto alla mobilità sostenibile di cui la Velostazione è uno dei nostri cuori. Ci auguriamo di avvicinare i cicloturisti che intendono realizzare una modalità diversa di conoscere il territorio. Chi verrà da noi non solo avrà la disponibilità di affittare delle bici, ma anche di depositare in un luogo sicuro le proprie bici. Di ingredienti ne stiamo inserendo molti. avremo un attenzione speciale per le persone con disabilità e autismo che hanno difficoltà a transitare in un ambiente diverso, famiglie che spesso non trovano il contesto adatto, attrezzato per accogliere questo tipo di fragilità. Abbiamo avuto esperti che ci hanno dato consigli per l’accesso per tutte le fragilità non solo motorie. Il nostro concetto di accessibilità è più ampio, sarà un’accessibilità universale per creare un luogo che vada bene per tutti, che abbia inclusione per tutti, senza essere declinata per categorie». 
L’Albergo del cuore toccherà anche altri progetti della Cooperativa.
«Si, all’interno dell’Albergo lavoreranno stabilmente giovani con disabilità intellettiva, con la sindrome di down, che saranno un valore aggiunto. L’inclusione non è solo accogliere persone con fragilità ma sarà anche dare loro la possibilità di un inserimento lavorativo. Molti di loro frequentano la scuola alberghiera che però non sfocia sempre in un lavoro. Stiamo creando una accademy formativa - anche grazie al sostegno di finanziamenti regionali - per il potenziamento delle capacità inclusive del territorio. Sta già formando 6 ragazzi che diventeranno i lavoratori dell’albergo: ci auguriamo di riuscire a tenerli tutti come lavoratori, nel corso di due, tre anni. Molte realtà si sono interfacciate con noi e abbiamo già una lista di prenotazioni per quando aprirà l’Albergo».
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