Ravenna, Marabini: "Per i medici di base sarà un autunno complicato"

Romagna | 11 Settembre 2020 Cronaca
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Silvia Manzani
«Non sarà un autunno facile per i medici di medicina generale, che già sono sovraccaricati da una mole di lavoro consistente tra telefonate, logistica, segreteria e burocrazia». Mauro Marabini, direttore delle Cure primarie dislocate su Ravenna, Faenza e Lugo, non fa previsioni. Ma la certezza che i mesi a venire avranno un forte impatto sugli ambulatori dei medici di base, ce l’ha: «Non mi sbilancio su quello che accadrà, anche perché in primavera tutti i pronostici dei virologi mondiali si sono rivelati sbagliate. Ma sarà complicata la gestione dei pazienti nel momento in cui arriveranno non solo l’influenza stagionale ma tutte le sindromi para-influenzali e i virus respiratori». Per il momento, non dovendo eseguire tamponi ma solo alcuni test sierologici (come quelli destinati al personale scolastico) i medici di medicina generale non stanno vivendo una conseguenza diretta, sul loro lavoro quotidiano, dalla diagnostica in materia di Covid: «Ad occuparsene, fino a oggi, è stata l’Igiene pubblica, che è davvero impegnata moltissimo sul fronte delle istruttorie epidemiologiche, che complicano e rallentano non poco il lavoro. Quanto ai medici di base, da quel che vedo la pressione è comunque già enorme, perché all’attività sanitaria vera e propria si somma tutto quel che il Covid ha comportato in materia organizzativa. Noi ci stiamo organizzando in vista di quel che potrà succedere, tenendo conto del fatto che le vaccinazioni anti-influenzali, sia sulla popolazione dai 60 anni in su che sui bambini, potrebbero darci una bella mano. In fondo è bene ripetere che l’influenza uccide ogni anno migliaia di persone. Basta confrontare i dati di gennaio sulla mortalità con quelli di settembre per capire che durante i mesi freddi succede qualcosa di importante, altro che Coronavirus insomma». Uno degli aspetti che renderà più difficili i mesi autunnali e invernali sarà la probabile sovrapposizione della sintomatologia dell’influenza con quella del Covid: «Purtroppo si tratta di quadri molto molto simili, se non coincidenti. Non è facile inquadrare, per esempio, le febbri. L’Asl, a questo proposito, sta rivendendo i protocolli per gestirle, perché si tratta di una questione per nulla facile. Il medico di base non ha soluzioni matematiche, tantomeno è una macchina con la risposta pronta. Ha una grossa responsabilità nel capire se, davanti a un paziente che non sta bene, è il caso di fare indagini perché ipotizza un’infezione da Covid. Il vantaggio è che, a differenza di uno specialista, conosce meglio la persona. Ma sarà comunque un equilibrio delicato, considerati anche i tanti casi che, abitualmente, da settembre in poi arrivano negli ambulatori con tosse, raffreddore, mal di gola. Già in questi giorni alcune persone si stanno ammalando e capire come gestirle è tutto fuorché semplice». Del resto anche adesso sono proprio i medici di base, spesso, a fare una prima scrematura: «Quando un paziente ha sintomi che possono essere, ipoteticamente, riconducibili al Covid, in genere contatta il suo medico, che deve valutare se segnalare la cosa all’Igiene pubblica la quale, a sua volta, deve valutare se è opportuno indagare. Certo, oggi i tamponi vengono eseguiti ad ampio raggio: piuttosto che non farli, si preferisce farli. Al pari dei test sierologici, la tendenza è quella di sottoporvi tutti coloro che hanno una sintomatologia compatibile con il Covid. La Regione sta anche preparando la gara d’appalto per quelli che chiamiamo tamponi rapidi e che potranno essere utilizzati, a seconda delle decisioni che verranno prese, in aeroporti, ingressi ospedalieri, scuole, Certo è che con l’arrivo del freddo la questione potrebbe davvero ingigantirsi. Dobbiamo essere di nuovo pronti, in sostanza, a mesi complessi».  
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