Ravenna, manodopera irregolare al porto: diversi i controlli della Finanza
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Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ravenna su attivazione e in stretto coordinamento con la locale Prefettura, hanno iniziato una serie di interventi mirati all’interno e nelle adiacenze delle aree portuali di trasbordo e movimentazione delle merci per verificare il corretto impiego della manodopera nello svolgimento delle operazioni e dei servizi portuali e per il contrasto dell’eventuale utilizzo di lavoratori irregolari o comunque non qualificati rispetto alle mansioni effettivamente svolte.Nei primi giorni di dicembre è stato pianificato ed eseguito un primo accesso a sorpresa presso l’area di alcuni terminal con l’impiego di oltre 30 finanzieri, coadiuvati da 4 ispettori del Lavoro: sono state identificate circa un centinaio di persone che stavano operando all’interno dell’area ispezionata.Nei giorni scorsi, un secondo intervento ad alto impatto, al quale hanno preso parte oltre 20 militari con una duplice finalità: da un lato, monitorare gli accessi e i transiti all’interno della zona di lavoro, e dall’altro mappare le imprese che a vario titolo operano nell’infrastruttura portuale così da verificare la congruità delle operazioni svolte con le autorizzazioni e concessioni in essere. Questi interventi, a cui ne seguiranno altri anche nei prossimi mesi, servono a raccogliere i dati necessari per censire le imprese che intervengono, a vario titolo, nelle operazioni portuali e nella movimentazione e trasporto delle merci.Successivamente tutte le informazioni acquisite saranno poi oggetto di un’attenta attività di analisi, dell’Osservatorio per la Legalità istituito presso la Prefettura di Ravenna e con gli altri enti di vigilanza con specifiche competenze nel settore, tra cui la stessa Autorità Portuale del Mare Adriatico centro settentrionale, a tutela della legalità economica del settore e per la prevenzione e il contrasto di eventuali pratiche illecite, anche con riguardo a ipotesi di sfruttamento dei lavoratori, e di possibili infiltrazioni nel tessuto economico legale che opera nel porto da parte di aziende riconducibili, direttamente o indirettamente, alla criminalità organizzata.