Ravenna, Magistà (ped. di Comunità Ausl): «Esclusi effetti su crescita e fertilità, il vaccino per i bimbi è testato e sicuro»

Romagna | 17 Dicembre 2021 Cronaca
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Federica Ferruzzi
Dal 16 dicembre scorso è possibile vaccinare i bimbi della fascia d’età compresa tra i 5 e gli 11 anni e l’aspettativa, in provincia, è che siano tanti i piccoli che vi si sottoporranno. 
A tracciare un quadro della situazione, da inizio pandemia ad oggi, è Anna Maria Magistà, direttrice della Pediatria di Comunità di Ravenna. 
Magistà, qual è stato l’impatto della pandemia sui bambini della provincia?
«E’ stato un impatto importante, non tanto per i numeri della fase inziale, quanto per il ritiro sociale e per i risvolti psicologici che questo ha comportato. Quando, a febbraio 2020, è iniziata la pandemia, i casi erano prevalenti negli adulti, mentre i piccoli contraevano l’infezione come forma secondaria a quella dei genitori. L’impatto maggiore è stato legato alla sospensione dell’attività scolastica, con disagi notevoli soprattutto a livello psicologico a causa dell’isolamento. E’ stato questo il risvolto più drammatico i cui effetti continueremo a vedere nel  tempo. Questo problema ha scarsa visibilità: se ne parla troppo poco, invece meriterebbe una riflessione maggiore. I primi casi, quelli che ancora non erano sfociati in forme importanti, li abbiamo gestiti soprattutto a domicilio grazie alla rete costruita con i pediatri di libera scelta e con la pediatria ospedaliera. Con l’aumento dei casi di infezione, il numero dei ricoveri è aumentato e si sono presentate anche alcune forme gravi di Covid». 
Solitamente l’adesione ai vaccini dei più piccoli in provincia è alta, presume potrà esserlo anche per il vaccino anti covid?
«La nostra provincia ha tassi di copertura vaccinale molto alti. In termini di previsione negli ambulatori vaccinali stiamo cercando di intercettare da tempo la posizione dei genitori rispetto ad una popolazione che però già frequenta l’ambulatorio e che quindi è già sensibilizzata. Quello che abbiamo  colto è che molti si trovano in una fase di attesa. C’è la percezione che un vaccino autorizzato da poco possa non avere dati di sicurezza sufficienti per proporlo al figlio. Per questo vorrei far passare il concetto che, sia per la diffusione della variante Delta, sia per l’aumento della copertura vaccinale in altre fasce, l’intervallo zero – dodici anni ha visto negli ultimi quaranta giorni un’incidenza quintuplicata. I dati di cui parlo sono disponibili  grazie al lavoro grandioso che la cabina di regia sta svolgendo e sono visionabili sul sito dell’Ausl. In termini di malattia il rischio di contrarre forme gravi è inversamente proporzionale all’età, ma questo non vuole dire che la fascia pediatrica sia esente da forme gravi. Il vaccino è efficace e sicuro e a chi teme che non ci siano dati di sicurezza sufficienti rispondo che ci sono invece passaggi rigorosi nell’immissione in commercio. Ricordo, infine, che Aifa, per quanto riguarda l’Italia, ed Ema per l’Europa, autorizzano un vaccino solo quando i dati  relativi alla sicurezza e all’efficacia sono significativi». 
Quali sono i dubbi dei genitori?
«Uno dei dubbi principali è quello di dover somministrare ai figli un vaccino che vivono come “appena arrivato”, legato ad una tecnologia nuova ma che nuova non è, in quanto è stata studiata nell’arco degli ultimi 10 anni e la preoccupazione maggiore è che possa influire sull’accrescimento dell’organismo, avere effetti sulla fertilità ed essre causa di problemi neurologici. Rispetto a questi timori non c’è alcuna plausibilità biologica. Ciò che invece sappiamo è che la malattia può avere complicanze a lungo termine, anche a livello neurologico. Proprio per questo, il messaggio che vogliamo lanciare ai genitori è quello di bilanciare gli effetti positivi e negativi e le evidenze sono fortemente a favore dei primi. In questa fascia di età la vaccinazione contro il Covid non sembra determinare problemi cardiaci (miocarditi e pericarditi), che si sono verificati rarissimamente in alcuni ragazzi tra i 15 ed i 25 anni e che si sono comunque risolti senza problemi. Viceversa, l’infezione virale può causare complicanze cardiache». 
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