Ravenna, Legacoop Romagna: «Da Coop San Vitale nessuna falsificazione, tutelare i lavoratori disabili del parcheggio »

Romagna | 10 Maggio 2020 Cronaca
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A Ravenna sul caso del parcheggio a largo Giustianiano (conosciuto da tutti come San Vitale), arriva la presa di posizione di Legacoop Romagna a difesa della cooperativa che da 30 anni gestisce con lavoratori disabili quell'area sosta. Dopo il nuovo bando di gara, l'assegnazione è passata ad Azimut, che secondo la cooperativa non avrebbe garantito la continuità del servizio per i disabili impegnati (oltre ad un prevedibile aumento delle tariffe, oggi infatti con 3 euro si sosta tutto il giorno).
Da qui l'allarme della Coop San Vitale venerdi con un comunicato, mentre ieri è arrivata la risposta polemica del Comune. Da questa il necessario intervento di Legacoop Romagna.
"La risposta del Comune di Ravenna al giusto e accorato appello della presidente della cooperativa San Vitale, Romina Maresi, affinché venga tutelata un’esperienza sociale che da più di 30 anni qualifica la città, pare contenere un passo in avanti significativo. È importante che il Sindaco assicuri che nessun lavoratore perderà il posto. Anzi, è fondamentale, perché fino all’altro ieri Azimut, negli innumerevoli incontri tenuti negli ultimi due anni, garantiva al massimo un posto di sorvegliante dal lunedì al sabato, per un massimo di sei ore giornaliere nello stesso parcheggio. Eventuali altre opzioni lavorative non sono mai state definite. Proponiamo dunque di sedersi con spirito costruttivo attorno a un tavolo, per trovare una soluzione positiva per i lavoratori e per tutta la città.
Non ci deve essere alcuna preclusione. Se si ritiene di non esercitare l’opzione che consente di affidare ad Azimut la gestione del parcheggio si proceda pure con un bando pubblico, che contenga ovviamente la clausola sociale a tutela dei lavoratori e una valutazione della qualità del progetto di gestione come elemento principale di attribuzione dei punteggi per l’assegnazione del servizio. 
Resta il fatto che tra pochi giorni i disabili impegnati da anni nel parcheggio Giustiniano perderanno o cambieranno occupazione. 
Chiediamo che venga tenuto conto non solo del fatto che i disabili sono impegnati nel parcheggio, ma anche delle loro storie particolari, ben conosciute dai servizi sociali del Comune. L’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate non è mai un fatto burocratico, ma necessita della presa in carico individuale di ogni persona e di progetti specifici da attuare in collaborazione con le famiglie e con la comunità circostante. Del resto è questo il tema che la cooperativa San Vitale pone: garantire l’inserimento lavorativo e un progetto socialmente all’altezza dei bisogni di queste persone. Accusare la presidente Maresi e la cooperativa San Vitale di avere falsificato la realtà o peggio di volere perseguire gli interessi della cooperativa, quasi che la cooperativa fosse altro rispetto ai bisogni dei propri soci e dei propri utenti, è un’insinuazione sbagliata e strumentale, smentita dalla storia e dall’esperienza della cooperativa, ben conosciute dai ravennati. Non è dunque in discussione la politica sociale del Comune di Ravenna, che giudichiamo positiva e attenta ai bisogni delle persone. Proprio per questo ci aspettiamo ora coerenza e atti conseguenti. Come Legacoop Romagna assisteremo in ogni passaggio la San Vitale per trovare la miglior soluzione".
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Commento:
Ho seguito un po' la polemica sull'argomento parcheggio. Credo che i criteri rigidamente economici debbano essere un po' tralasciati quando si tratta di governare delle situazioni umane decisamente fragili. Credo che il dare l'occasione a ragazzi con disagio intellettuale di avere un'occupazione per loro gratificante significhi avere a cuore il bene collettivo poichè della collettività anche loro fanno parte a pieno titolo. Quando in giro ho visto analoghi gruppi di ragazzi sfortunati amorevolmente guidati e assistiti in attività semplici ho percepito un esempio edificante. Non è un problema di occupazione o meno: per quei ragazzi un'occupazione non vale l'altra! A quello bisogna fare attenzione. Mentre una persona normale può rendersi conto che talune convenienze economiche possano imporre un mutamento di occupazione, una persona che abbia le difficoltà di quegli assistiti non ragiona in quei termini per cui, credo, occorre preoccuparsi del beneficio psicologico che porta l'una o l'altra occupazione. Il mio cuore non batte a sinistra, ma il sogno capitalista dell'espulsione del fattore umano dai processi produttivi mi fa paura. Il vedere delle macchinette automatiche al posto delle persone, il conferire solo con dei call center, le casse automatiche ai super market sono poi le avvisaglie di un mondo migliore? Ho sempre pensato (per quello che può valere) che il grado di civiltà di una comunità si misuri dall'attenzione che rivolge ai suoi soggetti più deboli e sfortunati. Che poi siano l'Amministrazione o corpi intermedi, grandi o piccoli, poco importa, l'importante è che l'azione sia conforme a tale scopo.Grazie per lo spazio..
Commenta news 11/05/2020 - Battista Cavassi
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