Ravenna: Laurie, Joan e Martha, le signore dell’avanguardia al Festival
È l’anteprima assoluta di Acarnesi Stop the War!, incipit di un nuovo trittico da Aristofane della non-scuola del Teatro delle Albe insieme ai giovani di Pompei, il primo evento del Festival 2023 nella città di Ravenna, dopo il proloco del Grande Teatro di Lido Adriano. Sabato all’Alighieri andrà in scena la prima commedia scritta da Aristofane e rielaborata da Marco Martinelli per dare un seguito al suo primo, fruttuoso triennio di lavoro in quel di Pompei, avvalendosi tra le altre cose delle musiche di Ambrogio Sparagna per inno scenico quanto mai attuale, in questo millennio funestato come allora dall’incubo della guerra.
Ma la prima settimana del Ravenna Festival sarà all’insegna delle donne, grandi donne che hanno segnato la musica del Novecento e oltre. Tre le protagoniste da libro di Storia che saranno in città nell’arco di pochi giorni.
Martedì 6 giugno farà seguito a una serata specialissima di poco più di un anno fa al Rasi, con Meredith Monk protagonista, l’arrivo sempre al Rasi di Joan La Barbara, un’altra cantante che ha fatto la storia delle avanguardie vocali. «Voice Is the Original Instrument» è il titolo della sua performance, dalla quale emergeranno echi della lunga collaborazione con John Cage ma anche ispirazioni eterodosse come Virginia Woolf e Frank Lloyd Wright.
Mercoledì 7 sarà invece il Pala De André ad accogliere Laurie Anderson, che accompagnata da un ensemble di musicisti della downtown newyorkese (tra cui Steven Bernstein e Doug Weiselman) porterà in scena la versione «concertata» di Let X=X, brano particolarmente geniale del suo album capolavoro «Big Science», quello di O Superman, brano di lunghezza e rigore decisamente inconsueti e che però riuscì miracolosamente a sbancare le classifiche di vendita. Ancora oggi, Laurie Anderson è un’artista che frantuma i limiti di ogni media espressivo con cui si misura, rivelandone possibilità insondate e concretizzandone nuove soluzioni combinatorie; dalla poesia sonora alla sperimentazione video-scenica, dalle performance Fluxus all’hit-parade.
Infine, giovedì 8 sempre al Pala De Andrè si svolterà risolutamente in direzione della musica classica, con un’accoppiata di interpreti davvero eccezionale: il violoncellista Mischa Maisky insieme alla leggendaria pianista argentina Martha Argerich. Il programma prevede composizioni di Beethoven, Chopin e Debussy, affidate a mani e cuori tra i più sensibili in circolazione e abituati a collaborare (meravigliandosi ogni volta del risultato) da quasi mezzo secolo. (f.sav.)