Ravenna, l’assessora Molducci fa il punto Cre: «Nessun taglio, in 40 hanno già rinunciato»

Elena Nencini
Non era mai capito che qualcuno restasse fuori dalle graduatorie dei centri estivi a Ravenna, la pubblicazione delle graduatorie per le ammissioni ai Cren  (da 0-3 anni) e Crem (3-6 anni) comunali ha messo in difficoltà diversi genitori che si sono ritrovati a non sapere come gestire i figli dopo la chiusura delle scuole. Sono 852 le famiglie che hanno fatto richiesta, ma in 215 erano rimasti fuori, anche se l’assessora con deleghe a politiche per le famiglie, infanzia e natalità Livia Molducci spera di poter scendere a molti di meno. 
Molducci cosa è successo?
«E’ una situazione che finora a Ravenna, dal 2017, non si era mai verificata: gli ultimi 5 anni abbiamo sempre soddisfatto le richieste arrivate. Le famiglie possono richiedere da 1 a 4 turni di quindici giorni, per luglio e agosto. Nel 2019 abbiamo risposte a 1542 domande con un spesa a bilancio di 445mila euro, poi c’è stato il covid il 2020 a Cre ridotti e il 2021 con un boom ma anche con molti finanziamenti dallo Stato. Adesso siamo tornati a un investimento del Comune come era pre-pandemia di circa 450mila euro perché mancano tutti i fondi che il Governo aveva dato per il covid negli ultimi due anni: lo scorso anno abbiamo speso 625mila euro per i Cre ma per il 2022 il Ministero della famigli ha stanziato per questo settore solo 58 milioni di euro a fronte, nel 2021, di 135 milioni. Soltanto a settembre sapremo esattamente quale è la cifra che ci toccherà».
C’è stato anche un aumento delle domande da parte delle famiglie?
«Nel 2022 abbiamo avuto un’esplosione con 2328 turni, 380 in più rispetto al 2021. Adesso abbiamo dato risposta a 1555 turni che corrispondono a 627 bambini, ma finora in 41 hanno rinunciato e abbiamo anche potenziato i turni, quindi si sono aperte delle possibilità di salire in graduatoria per oltre 40 famiglie, vediamo come andrà avanti. Sono 126 i bimbi esclusi dai Crem e 89 quelli esclusi dai Cren». 
Come si possono comportare i genitori rimasti fuori?
«Ci sono le strutture private, la notizia positiva è che tra l’abbattimento della Regione e il bonus nidi dell’Inps due genitori che lavorano entrambi, con un impiego normale, possono non pagare quasi nulla della retta privata. Adesso stiamo informando le famiglie rimaste fuori di quest possibilità, ma speriamo che la situazione migliori ancora. Vsto che quest’anno si paga solo a servizio ricevuto con PagoPa, non prima come succedeva gli altri anni, penso che alcune famiglie abbiano prenotato tutti i turni a priori. 40 rinunce sono molte».
Guardando le città vicine a noi, come è la situazione?
«Gli altri Comuni sono più in difficoltà: noi diamo un’offerta maggiore in un sistema integrato, tra pubblico e privato. Abbiamo 7 crem, di cui 4 aperti luglio e agosti, e 3 solo nel forese a luglio: 7 cren, di cui 4 a luglio e agosto, 11 nidi privati aperti a luglio e 8 a luglio e agosto, a cui si aggiungono 10 scuole Fism (scuole cattoliche). Rispetto a Rimini, Ferrara, Forlì e Cesena».