Ravenna, l’analisi del segretario di «CheftoChef» Michele Ceccarelli sul comparto ristorativ

Riccardo Isola - «Il momento che stiamo attraversando non è facile, soprattutto per i ristoratori, per questo abbiamo bisogno che i locali possano rimanere aperti e continuare a svolgere quel compito, ormai riconosciuto da tutti, di essere veicoli attivi della cultura del cibo, del benessere a tavola e quindi del territorio nel quale operano. Non è solo una questione economica, quindi, ma anche e soprattutto culturale». Così la pensa il ravennate Michele Ceccarelli, dal 2008 membro dell’associazione regionale «CheftoChef emiliaromagnacuochi» e che dal 2019 ne ricopre il ruolo di segretario. «L’enogastronomia, in tutta la sua filiera, è un volano turistico, economico e di trasmissione di cultura straordinario. Per questo come associazione abbiamo lanciato una serie di  messaggi chiari e incontrovertibili sul tema. La recente provocazione fatta da Igles Corelli sulla richiesta di un assessorato all’enogastronomia non è poi tanto una provocazione ma trova fondamenta concrete che la politica, sia a livello regionale che nazionale, dovrebbe carpire».
Se a Bologna e a Roma gli appelli a una maggiore attenzione al comparto sono stati lanciati a livello locale, proprio a Ravenna, in modo sperimentale, si è voluto andare oltre dando origine al progetto «Ravenna Food», un’associazione che lo stesso Ceccarelli «come prototipo di estensione locale di CheftoChef e che raggruppa di fatti i membri dell’associazione regionale alla quale però si possono e si sono aggiunte anche altre figure che nel mondo della ristorazione e dell’enogastronomia di qualità vi lavorano». Questo gruppo ha idee chiare: «abbiamo inviato proprio in questi giorni una serie di input all’amministrazione comunale ravennate, racchiusa in un vero e proprio documento d’intenti, affinchè la politica, anche a livello locale, capisca e agisca per dare risposte concrete a quella fragilità del comparto che questa pandemia ha messo in chiara evidenza. A Ravenna - continua Ceccarelli - ma come lei anche nelle altre località e territori che caratterizzano la provincia, servono risposte affinchè i ristoranti e i locali dediti alla promozione del gusto possano restare aperti. Noi non entriamo nello specifico di tematiche economico-gestionali che competono alle associazioni di categoria, ma evidenziamo che i tempi e quindi le risposte amministrative non sono allineate alle esigenze quotidiane degli operatori, con il rischio che quando arrivano sia già tardi».
Per quanto riguarda l’immediato futuro il segretario spera «che appena ci saranno le condizioni sanitarie si possa riprendere quella programmazione di contenuti e promozione del buono che da sempre la nostra associazione persegue. Una programmazione che possa aiutare quella straordinaria, variegata e inimitabile filiera agroalimentare e ristorativa a rialzarsi per continuare ad essere volano di qualità per il Made in Italy».