Ravenna, la storia di Claudio: «Io, padre accogliente di Vittoria, Yakau, Alexander»

Romagna | 29 Maggio 2021 Mappamondo
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Tra chi ha aperto le braccia per ben tre volte verso i bambini bielorussi ci sono Claudio Gasperi e sua moglie Antonella, che nel corso del tempo hanno accolto nella loro famiglia Vittoria, Yakau e Alexander: «Abbiamo cominciato con Vittoria nel 2007 - racconta Claudio – e poi abbiamo accolto Yakau nel 2009 e Alexander nel 2013. Ogni volta si riproponeva la stessa situazione: per quell’estate i bambini erano senza famiglia e Antonella e io ci mettevamo a disposizione per coprire quel periodo, ma poi da loro non ci siamo più staccati». Aveva dieci anni, Vittoria, quando è arrivata la prima volta in casa Gasperi: «È stata un’emozione bellissima quando l’ho vista arrivare in aeroporto, ancora ci ripenso. E che emozione quando mi chiese se poteva chiamarmi “babbo”. La relazione tra i tre cresce velocemente: «Vittoria è sempre stata una mangiatrice di gelati, e mi chiedeva spesso la sera di andare a prenderne uno. Mi faceva sempre andare nella gelateria più lontana. Solo con il tempo ho capito perché: quello era un modo per lei per stare più vicini. Lei si sedeva sul cannone della bici e, a sprazzi, mi raccontava episodi della sua vita. A me ogni tanto scappava una lacrima, ma non credo che se ne sia mai accorta».  Vittoria torna anche a Natale e così negli anni a seguire, poi nel 2010 è la volta di Yakau: «Con lui è stato un po’ più complicato. Bisognava saperlo leggere dentro per entrarci in contatto. Ho cominciato a insegnarli a fare tanti lavori manuali, è così che ci siamo stretti l’uno all’altro. Aveva un brutto rapporto con le figure femminili. Era stato abbandonato dalla madre da piccolo, ma di lei si è sempre portato dietro il numero di telefono. Il rapporto con mia moglie si è creato in cucina, fianco a fianco davanti ai fornelli. Yakau ha seguito i corsi dello Ial, organizzati dall’associazione «Ravenna-Belarus», e questa passione in comune, insieme a tanti silenzi e a una fiducia che è cresciuta lentamente, gli ha permesso di fare pace nel suo cuore con la sua mamma e quindi anche con tutte le altre donne di riferimento. Ricordo che un giorno, dopo un suo ennesimo litigio con l’educatrice, gli chiesi: “Ma perché non telefoni alla mamma?”. Non so esattamente che cosa si siano detti, ma l’anno dopo tornò con una gallinella di ceramica, un dono per noi da parte di sua madre». E poi, è la volta di Alex: «Quando è arrivato, era un bambino minuto e una forza della natura. Voleva essere bravo a tutti i costi. E ci è riuscito. Aveva delle difficoltà con la scuola, soprattutto con le tabelline, mia moglie gliele insegnò giocando a carte. Ora si è diplomato ed è stato uno dei migliori alunni della scuola. Non so come sia esattamente essere genitori biologici, ma non credo che sia molto diverso. Noi, ai nostri figli abbiamo trasmesso molto, insegnato tante cose, e loro a noi. Alla fine sento che una parte di loro mi appartiene». Appena diventata maggiorenne, Vittoria è stata adottata da Claudio e Antonella, oggi ha 26 anni, fa l’infermiera e vive a Ravenna. Yakau, dopo essersi diplomato come cuoco, ha cominciato a lavorare a Pinsk e vive con la madre, con la quale si è riappacificato definitivamente. Le ha trasformato la baracca in un cui viveva in un piccolo «cottage» e oltre a lavorare in un ristorante, le copre i turni, quando lei fatica a recarsi al lavoro. Alex si trova a Brest, in una grande città, e fa l’informatico. Ora vive definitivamente con una famiglia bielorussa, che per anni lo è andato a prendere nell’orfanotrofio, portandolo a casa nei fine settimana o durante i periodi in cui non era in Italia. Una famiglia allargata che fa proprio quello che Claudio e Antonella fanno quando Alex torna a trovarli: accoglierlo. (b.g.)  
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