Ravenna, la lotta tra i generi nella «Turandot»
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Non una storia d’amore, ma il tentativo di una donna di difendersi dai giochi del potere maschile, impugnandone le leggi a proprio vantaggio: è questa Turandot secondo il regista Giuseppe Frigeni, che del titolo pucciniano offre una lettura ispirata al rigore e all’essenzialità delle leggi estetiche e filosofiche della Cina, rifiutando facili esotismi. Venerdì 12 aprile alle 20.30 e domenica 14 aprile alle 15.30, Turandot chiuderà la stagione d’opera del teatro Alighieri di Ravenna, accogliendo l’allestimento nato a Modena e riportato in scena in coproduzione con l’Alighieri e i teatri di Piacenza e Rimini. Nel ruolo protagonista c’è France Dariz, mentre Mikheil Sheshaberidze è il principe Calaf e Vittoria Yeo è Liù. Raffaele Feo veste i panni dell’imperatore Altoum e Giacomo Prestia quelli del re tartaro Timur, mentre Fabio Previati, Saverio Pugliese e Matteo Mezzaro sono Ping, Pang e Pong e Benjamin Cho un mandarino. Mentre Frigeni cura anche coreografia e scene e Amélie Haas firma i costumi, sul podio dell’orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini c’è Marco Guidarini.