Trenta persone sono state denunciate, mentre sono stati sequestrati a 22 società beni e disponibilità finanziarie per oltre un milione e 600mila euro. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura capitolina, ed eseguito dai finanzieri ravennati. Gli illeciti sono stati commessi tra il 2015 e il 2018.
L'indagine delle fiamme gialle è scaturita da una verifica fiscale eseguita nei confronti di una società ravennate, nel corso della quale è stato accertato come questa, al fine di annullare debiti tributari, avesse utilizzato fatture false e crediti d'imposta inesistenti acquistati da una società con sede a Roma. La società romana, secondo quanto emerso, gestita da uno studio professionale ideatore e responsabile della frode, si era accollata i debiti tributari e previdenziali per poi annullarli compensandoli con crediti fittizi. Dalle successive indagini è emerso che questo non era un caso isolato ma rientrava in un vero e proprio sistema che andava avanti da tempo e che utilizzava società cartiere sulle quali far ricadere i debiti tributari delle imprese beneficiarie per poi annullarli con illegali compensazioni telematiche.