Ravenna, la Darsena avanza. I residenti: "Servono più eventi"

Romagna | 20 Gennaio 2020 Cronaca
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Silvia Manzani
Sarà la primavera prossima la stagione della Darsena. Verso maggio, infatti, come confermano dal Comune inaugurerà il primo stralcio della passerella sopraelevata in legno e zinco (nella foto i lavori) che costeggerà il canale Candiano nell’area compresa tra via Zara e l’Almagià. Il cantiere, ben visibile in questo periodo, fa il paio con quello per ultimare il sottopasso che collegherà i binari della stazione alla testata del Candiano: un intervento della Rete ferroviaria italiana che, stando alla lettera consegnata all’Amministrazione, sarà concluso nel giro di qualche mese, con un netto ritardo rispetto alle previsioni. Chi abita nella zona sta assistendo con ottimismo ai cambiamenti in corso, anche se con i dovuti puntini sulle «i».

«I MURI VANNO ABBATTUTI»
Tra loro, da quindici anni residente nel quartiere, c’è Ivano Mazzani, che abita negli appartamenti di via Bosi Maramotti davanti al Sigarone: «Quando scelsi di vivere qui, fui attratto non solo dagli incentivi regionali per l’insediamento abitativo ma anche dall’idea che questa diventasse la prima area di collegamento con la parte vecchia del quartiere, quella dall’altro lato di via Trieste. Ecco, da allora molti muri sono stati abbattuti, anche se c’è ancora da lavorare». Per Mazzani, che guarda con fiducia al nuovo sottopasso, che di fatto unirà il centro della città alla Darsena passando per la stazione, ci sono stati infatti, in questi anni alcuni limiti: «A parte la mancanza del verde, secondo me l’accessibilità alla banchina è qualcosa di fondamentale. Nel caso della mia strada, sono stati i titolari del Darsenale ad aprire il varco, non l’intervento pubblico. Eppure credo sia fondamentale che i residenti, ma anche chi viene per una passeggiata, possa godere anche della vista canale». Anche sulla Torre Zucchi, qualcosa da dire per Mazzani c’è: «Sia a livello estetico che di innovazione tecnologica, si sarebbe potuto lavorare meglio. L’intervento ad alcuni piace e ad altri no, senz’altro può essere considerato discutibile». Quanto agli ex luoghi industriali da rigenerare, questo sarebbe per il residente il momento giusto per accelerare: «Lo stesso sigarone è stato oggetto di diversi progetti ma ancora nulla è stato fatto. Mentre cade a pezzi, non abbiamo perso le speranze che diventi un posto per l’aggregazione culturale e sociale».

«SERVONO EVENTI»
E spera in sempre più frequenti occasioni di incontro anche Mirella Senni, che vive a pochi passi dall’Almagià dal 2006: «Quando sono arrivata qui avevo grandi aspettative rispetto alla rinascita di questo quartiere. In buona parte ho avuto ragione: qui sto molto bene, mi piacciono il Darsenale e la Darsena Pop Up, ho appena comprato un appartamento per mio figlio alla Torre Zucchi e non vedo l’ora che inauguri la passerella. Certo, spero che il Comune non abbandoni tutto una volta fatti i lavori. Non vorrei succedesse quello che è già capitato per il faro, per l’isola e per l’orto». L’altra urgenza, per Senni, è una programmazione di eventi più fitta: «Quando la città era candidata a capitale europea della cultura, secondo me si organizzavano più cose. Lo ritengo fondamentale per tenere il quartiere vivo e frequentato, anche perché non sono certo i residenti a renderlo tale ma la gente che viene da altre zone della città».

«PECCATO NON FARE DI  PIÙ»
Sulla stessa linea Silvia Benelli, residente da tredici anni: «Della riqualificazione della Darsena si parlava da ben prima che io mi stabilissi qui. Qualcosa si è mosso, è evidente e innegabile. Ma molto altro si potrebbe fare. Io sono solita camminare o correre sulle rive del canale, incontro tante persone che avrebbero voglia di un quartiere meglio tenuto. Penso per esempio all’illuminazione, dopo il Darsenale ma anche sull’altra sponda c’è chi va con le torce talmente è buio». Anche sugli eventi, per Benelli è il caso di spingere di più: «L’Almagià potrebbe essere sfruttato di più mentre la parte esterna, quella dell’àncora per intenderci, durante l’estate andrebbe valorizzata con eventi. Io continuo a vedere in questo posto grandi potenzialità non sfruttate. Vedo anche ciò che di buono è stato portato, per carità. Quando nel fine settimana non trovo il posto per l’auto sotto casa, ne sono contenta. Ma qui la realtà è ancora lontana dalle ambizioni di cui si parlava vent’anni fa. Ed è davvero un grandissimo peccato, soprattutto guardando ad altre città che su aree simili hanno fatto investimenti e trasformazioni meravigliosi».
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