Ravenna, la consigliera di Parità: "L'80% degli infortuni da Covid è ai danni delle donne"
Federica Ferruzzi - Da giugno scorso Carmelina Angela Fierro è stata nominata consigliera di parità della provincia di Ravenna dopo aver ricoperto due mandati nella stessa veste a Rimini. In questi primi mesi i dati che emergono, nonostante la pandemia impedisca di avere un quadro preciso della situazione, rivelano, da un lato, l’incremento delle dimissioni tutelate - «quelle che le donne presentano all’ispettorato nel primo anno di vita del figlio» - mentre dall’altro evidenziano come quasi l’80% degli infortuni da Covid-19 sia ai danni di donne, che nel 90% hanno dovuto rinunciare alla propria occupazione. «La pandemia - precisa Fierro - ha offerto uno spaccato di quello che c’è sempre stato e che ora appare chiaramente. E’ per questo che mi piace sottolineare il ruolo della consigliera, spesso poco noto, che può intervenire non solo contro il datore di lavoro, ma trovare soluzioni insieme a lui». Lo scopo, quindi, non è tanto quello di «rivendicare un diritto, ma di promovere azioni positive che si possono realizzare in collaborazione con un principale che, spesso, agisce in automatico». E ancora oggi, nel 2021, spesso la maternità continua ad essere vista come un problema. «E’ chiaro che, nel mondo del lavoro, la parità non esista e che la crisi venga vissuta in maniera diversa da uomini e donne». Come anticipato, da giugno a Ravenna i casi non sono stati molti, ma questo non significa che anche qui non ci siano problemi. «Credo sia un silenzio sopito, dovuto al momento di sospensione che stiamo vivendo, legato anche al divieto di licenziamento e allo smart working». Se a Rimini, in un anno, la consigliera ha seguito circa una sessantina di casi, qui in sei mesi il numero è sceso a cinque. «Credo ci voglia coraggio nel vedere il problema, per risolverlo bisogna averne voglia. Il nostro è un servizio gratuito che agisce come pubblico ufficiale e che permette di interfacciarsi con il datore di lavoro senza però ricorrere al contenzioso. L’obiettivo è capire quali sono le risorse e sperimentarle, sfruttando ad esempio la flessibilità dell’orario di lavoro o ipotizzando forme da remoto, anche se ora non è proprio un’azione positiva bensì una costrizione. Ci troviamo di fronte ad una tragica opportunità, il lavoro agile si può praticare, ma ricordiamoci che non è solo per le donne. Cerchiamo di cogliere questa potenzialità rimanendo però vigili per evitare che le soluzioni individuate diventino penalizzanti. I processi non sono mai neutri e dobbiamo sempre analizzare gli effetti delle scelte».
INTERVENIRE SUI PREZZI DEGLI ASSORBENTI
Quando si parla di donne si parla in realtà della società e tutto quello che riguarda loro riguarda anche gli uomini e la collettività intera. A ribadirlo è la consigliera, che proprio in questi giorni ha spedito ai Comuni un invito ad intervenire sul costo degli assorbenti. «Ovviamente loro non possono intervenire sull’Iva - precisa Fierro -, ma in Italia alcune Amministrazioni sono intervenute sulle entrate derivanti dalle farmacie comunali e anche sul nostro territorio si potrebbe adottare questa pratica. E’ vero - ammette - che c’è stata una riduzione dell’Iva sugli assorbenti biodegradabili, ma ancora una volta questa non è un’azione che agevola le donne, perchè si tratta di un prodotto più caro di altri». E Fierro si chiede: «Perchè parlo di assorbenti? La risposta è presto detta. Le donne stanno chiedendo sempre più part time, si stanno dimettendo dal lavoro, quelle del sommerso adesso sono invisibili e questo è corrisposto ad una riduzione di reddito delle famiglie. Quando noi parliamo di problemi di donne parliamo quindi anche dei problemi di una famiglia e di una società. La delusione e l’impoverimento mi chiedo che effetti possano avere nelle relazioni. E’ tutto interconnesso, di conseguenza diventa importante anche porre attenzione al prezzo di un assorbente». (fe.fe.)