Ravenna, la «Coconino Fest al Mar». Parla Luca Baldazzi

Romagna | 21 Giugno 2024 Cultura
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Elena Nencini
Terza edizione per Coconino Fest al Museo d’arte della città di Ravenna dal   21 al 23 luglio, incontri, laboratori, e non solo, mentre la mostra collettiva «Freedom» resterà aperta fino al 28 luglio, con le tavole di Gipi, Furuya Usamaru, Filippo Scòzzari, Anke Feuchtenberger, Antonio Pronostico, Valentine Cuny-Le Callet, Pietro Scarnera (alla Biblioteca Classense), Enrico Pinto, Michele Peroncini, Spam il Mandarino Psichico, Isabella Tiveron. Luca Baldazzi, redattore della casa editrice Coconino Press, spiega il titolo della mostra e l’attualità del fumetto.
Baldazzi, qual è la funzione del fumetto oggi secondo Coconino?
«Il fumetto come lo intendiamo in casa Coconino è un linguaggio duttile col quale raccontare tutti i tipi di storie. È in sintonia con la contemporaneità perché fa largo uso delle immagini, ma non è necessariamente facile. Può affrontare ogni tematica e parlare a tutte le età e le fasce di pubblico. Oggi si parla di ‘graphic novel’. È più che altro un termine di marketing, non ci piace particolarmente, ma - come dice Art Spiegelman - i graphic novel sono fumetti con un’ambizione’. Nelle mostre e negli incontri durante il nostro festival a Ravenna presentiamo autori molto diversi per stile e contenuti, dalla vena corrosiva di Gipi e Scòzzari ai manga di Furuya Usamaru, dalla denuncia sociale di Valentine Cuny-Le Callet allo sguardo poetico di Anke Feuchtenberger: l’intento è proprio quello di dare un assaggio della varietà e ricchezza delle possibilità del raccontare a fumetti».
La mostra unisce vecchi talenti e nuovi emergenti legati dalla parola Freedom. C’è bisogno di ‘Libertà oggi?
«Abbiamo scelto ‘Freedom’ come filo conduttore pensando soprattutto al fumetto ‘Perpendicolare al sole’ di Valentine Cuny-Le Callet, autrice francese che punta il dito contro gli abusi del sistema carcerario e il razzismo. Ma oggi spesso è minacciata anche la libertà d’espressione, magari in modi più sottili, e fumetti come quelli di Filippo Scòzzari sono un ottimo antidoto, perché ogni sua vignetta è una battaglia contro i limiti imposti dalla stupidità travestita da buonsenso comune. In generale, poi, il fumetto è più ‘libero’ rispetto ad altri media perché è un’arte povera: non richiede grandi mezzi di produzione, quindi è meno sottoposto a condizionamenti. E anche in questa libertà sta la sua freschezza».
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