Ravenna, l'infermiere Bartolini del 118: "Vent'anni di esperienza a servizio della collettività"

Andrea Bartolini è un infermiere che, oltre a lavorare in centrale, presta servizio anche in ambulanza e sull’elicottero. «Ho iniziato in Pubblica Assistenza nel 2001, dove eravamo convenzionati col 118, per poi passare dipendente Ausl nel 2005. Posso dire di avere la fortuna di poter sperimentare tutte e tre le esperienze e faccio un lavoro che mi piace». Se il mestiere, quello di infermiere, è sempre lo stesso, le modalità variano invece a seconda del contesto. «In centrale, ovviamente, il contatto è telefonico e dobbiamo cercare di valutare l’indice di rischio della persona che ci contatta in pochi minuti. A differenza di vent’anni fa, oggi per fortuna lavoriamo con un sistema informatizzato che ha aiutato a migliorare i tempi di intervento. In regione, oltre alla nostra, esistono altre due sale operative, una a Bologna ed una a Parma, che lavorano nello stesso modo. Quello che invece è diverso è che sui nostri mezzi è sempre presente un infermiere, mentre sulle ambulanze di quei territori possono esserci figure diverse, come ad esempio volontari». E proprio in ambulanza il servizio prestato è diverso da quello della centrale. «Ovviamente non siamo più in un contesto protetto come quello della sala operativa e tutto, ora, è aggravato dalla pandemia. A volte gli utenti, sfiniti dal periodo, ci accolgono senza mascherina. La situazione è indubbiamente difficile e alcuni di noi, nonostante i presidi di cui disponiamo, si sono ammalati». Infine c’è l’elicottero, il mezzo di soccorso avanzato che è presente anche a Parma, Bologna e a wPavullo. «Quello del modenese è l’unico mezzo adatto anche al soccorso alpino, ed è quello a cui ricorriamo anche noi per i recuperi in collina». In virtù della sua qualifica di referente del corso sulla sindrome di annegamento, per Bartolini l’elicottero rappresenta un mezzo di completamento del percorso formativo, ma è anche l’oportunità per mettere a servizio della collettività l’esperienza maturata in vent’anni di attività. Oltre al pilota, sull’elicottero è presente un cvs, coordinatore di volo sanitario, che una volta a terra torna ad essere un infermiere e collabora con il rianimatore, che invece siede dietro insieme all’avs, assitente di volo sanitario. «I ricordi sono molti, uno degli ultimi è stato la desolazione delle strade mentre sorvolavamo Piacenza, un anno fa: era una domenica e non c’era nessuno. Di sicuro gli interventi che facciamo per prestare soccorso ai bambini sono quelli che rimangono maggiormente impressi: lì il fattore tempo e la tempestività sono fondamentali, ma è giusto dire che noi riusciamo a fare la differenza se l’operato del mezzo terreste ha un approccio altrettanto professionale». (fe.fe.)