Ravenna, l'imprenditore Bambini condannato a due anni e tre mesi per truffa
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Il 12 aprile il 67enne Rosolino Bambini, ex presidente dell’omonima ditta specializzata nei trasporti marittimi e nei servizi di appoggio offshore è stato condannato in primo grado a due anni e tre mesi. L’accusa che ha portato il giudice Andrea Chibelli a condannarlo è quella di truffa in concorso aggravata e continuata ai danni di tre istituti bancari per circa 6 milioni di euro. Alla sbarra con Bambini c’era anche un ex dipendente della ditta, il 63enne Francesco Lobascio, addetto alla contabilità che, due anni fa, ha patteggiato un anno ed otto mesi, pena sospesa e mille euro di multa. Fu proprio la Cassa di Risparmio di Ravenna che denunciò l’azienda quattro anni fa e fece scattare l’indagine per truffa condotta dai finanzieri ravennati. Secondo l’accusa, la Bambini aveva portato alla banca un centinaio di fatture gonfiate o false che indicavano crediti pendenti da incassare, quando in realtà erano già stati incassati. L’indagine del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, coordinata dalla procura, ha evidenziato che, tra giugno 2016 ed aprile 2017, Bambini aveva utilizzato questo «metodo» con ben tre istituti di credito. Sia Lobascio che Bambini hanno sempre negato ogni addebito e gli avvocati di quest’ultimo, pur ammettendo l’esistenza di fatture false, hanno, però, sottolineato che non era compito del loro assistito redigerle, bensì dell’addetto alla contabilità, Lobascio appunto, che ha già patteggiato sottolineando, in una memoria difensiva, il suo ruolo di «dipendente con compiti compilativi».