Ravenna, l'impegno di due universitarie sulla rotta balcanica

«I Balcani mi risuonavano eccome, in quinta superiore la prof di storia e filosofia del liceo scientifico, Rossella Giovannini, ci ha portati in Bosnia. Ricordo bene i buchi dei proiettili nelle case, le infinite lapidi a Srebrenica. Non avrei scelto di occuparmi di diritti umani se non avessi fatto quel viaggio». Francisca Orrego Galarce, 22 anni, originaria di Concepción, in CIle, ma a Ravenna da quando era alle elementari, è stata una delle partecipanti al progetto del Comune «Il mondo intorno» finanziato dal bando regionale «Pace e cittadinanza globale». Dopo una formazione sul tema dei diritti, della promozione della pace e della storia dei Balcani con riferimento agli anni Novanta, anche la ragazza ha tenuto alcuni laboratori online per i ragazzi delle scuole medie e di alcune classi dei corsi serali delle superiori: «Abbiamo anche preparato le domande per una raccolta di testimonianze relative all’accoglienza degli ex sfollati della ex Jugoslavia a Ravenna, anche se so che c’è stata una sola persona che viene da quelle zone e che ha raccontato la sua storia, tra l’altro relativa al periodo in cui aveva solo tre anni. Per il resto, hanno parlato alcuni rappresentanti dei servizi che si occuparono di quell’emergenza. Partecipare al progetto è stato bello e interessante, anche se mi sarebbe piaciuto poter parlare con le persone che allora scappavano da quei luoghi di guerra e dolore. Sono temi da approfondire ancora oggi, a quei tempi so che davanti a quello che stava avvenendo si fece finta, da più parti, di non vedere. Durante una presentazione per il corso di Storia delle relazioni internazionali, a Forlì dove studio Scienze internazionali in lingua inglese, ho parlato della dittatura in Cile e del genocidio in Bosnia». Insieme a Francisca, nel progetto, c’era anche Jessica Serva, 28 anni, marchigiana ma iscritta alla magistrale in «International cooperation on human rights and intercultural heritage» a Ravenna: «Dopo la laurea in Servizio sociale, ho lavorato e fatto volontariato per qualche anno, facendo esperienze diverse, da un centro di prima accoglienza per migranti a Jesi a quattro mesi di volontariato con le donne e i bambini al confine tra la Siria e la Turchia. Poi ho deciso di rimettermi in carreggiata con lo studio per avere un titolo più specifico sui diritti umani, che sono un po’ il mio pane e il mio sogno. Mi piacerebbe, un giorno, poter lavorare in Medio Oriente». Mentre cercava su Internet qualche occasione di integrazione a Ravenna, una città che ancora non conosce bene nonostante abbia preso casa, Jessica si è imbattuta nel progetto «Il mondo intorno»: «Ero troppo piccola quando successero le guerre balcaniche e durante il mio percorso di studio, purtroppo, non le ho mai potute approfondire. Ma mi toccano molto le violazioni dei diritti umani che avvengono ancora oggi sulla rotta balcanica. Ecco perché sono stata davvero felice di prendere parte al progetto». (s.manz.)