Ravenna, l'attività del centro Anacleto: "Tante richieste per bambini affetti da autismo"
Sono passati cinque anni da quel settembre 2016 in cui le dottoresse Alessandra Annibali ed Emi Visani decisero di aprire il centro Anacleto - un servizio rivolto a ragazzi e ragazze con disturbo dello spettro autistico e altri disturbi dello sviluppo, in aggiunta al supporto fornito da parte del servizio sanitario locale - dislocandolo su due città diverse, Ravenna e Faenza. Lo sportello è presente anche a Cervia, dove è gestito dalla collega Sara Paganelli, ma un centro è stato aperto anche a Lugo, all’interno della scuola Maria Ausiliatrice, istituto paritario gestito dalla cooperativa Progetto Crescita e Consorzio Il Solco. «In questo momento - spiega la referente Alessandra Annibali – la richiesta è talmente alta che siamo dovuti ricorrere alle liste di attesa. Ogni territorio deve modellare una risposta in base alla richiesta. All’inizio abbiamo scelto di aprire in quelle città perchè io e la collega Visani siamo rispettivamente di Ravenna e Faenza ed è venuto più facile aprire nella nostra sede di residenza. Entrambe abbiamo lavorato nel servizio pubblico sul territorio riscontrando una richiesta di aiuto davvero alta». A Faenza il centro accoglie una decina di bambini, così come a Cervia. «Abbiamo scelto di allargare il servizio a Cervia proprio perchè da quel territorio arrivano tante domande». Il numero di utenti maggiore, però, si riscontra a Ravenna, nella sede di Porto Fuori, dove afferiscono circa una quarantina di piccoli. «Qui – sottolinea Annibali – non trattiamo solo bambini con spettro autistico, ma è presente anche una psicologa per affrontare i disturbi oppositivi provocatori o quelli dell’attenzione: al momento è la sede più completa, in quanto sono presenti anche una psicomotricista ed una logopedista. La struttura, di proprietà comunale, ci è stata fornita dal consorzio Il Solco ed inizialmente era stata pensata come centro per gli anziani. E’ un luogo che offre tante possibilità, ci sono diverse stanze adibite a numerose attività». Dall’anno scorso, inoltre, a crescere è stata anche la richiesta di presa in carico sul territorio di Lugo. «La motivazione alla base di questo aumento non è chiara, probabilmente qui il servizio pubblico è andato maggiormente in sofferenza. Noi lavoriamo soprattutto con il passaparola: quando un genitore si rivolge a noi e si trova bene tende a dirlo ai suoi contatti. In proposito sono settimane che sto rispondendo ad email e a telefonate per richieste di prese in carico che, purtroppo, al momento non possiamo soddisfare». Tante le domande che riguardano potenziali utenti anche molto piccoli – «in proposito le richieste arrivano da genitori di bambini dell’età di due anni» -, che si aggiungono a quelle per i piccoli dai sei anni in su. «Dopo quell’età la presa in carico da parte di Ausl rallenta ed i genitori che si trovano alla fine del ciclo intensivo di trattamento sono spesso spaesati di fronte all’entrata alla scuola dell’obbligo e cercano riferimenti sul territorio. A destabilizzare è inoltre il turn over a cui spesso il servizio pubblico è sottoposto». Come in altri ambiti, anche in questo caso l’aumento di richieste è dovuto in parte alla pandemia. «Il Covid-19 ha bloccato il servizio di Neuropsichiatria, comportando la sospensione di visite, diagnosi e trattamenti, con inevitabili rallentamenti delle liste d’attesa». (fe.fe.)