Ravenna, l'allarme dei sindacati per il forese: "Se scompaiono i servizi ne risentono gli anziani"
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Si sono susseguite, negli ultimi tempi, le notizie di impoverimento e di abbandono di servizi essenziali e primari nei piccoli paesi del territorio. L’ultima, in ordine di tempo, riguarda la decisione di un istituto di credito di chiudere, a partire dal 26 aprile, lo sportello al pubblico presente a Casalborsetti, mantenendo il solo servizio Atm (box per prelievi, pagamento utenze ect). Ad intervenire sul tema sono state le organizzazioni sindacali dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, che hanno mostrato «preoccupazione per questo continuo impoverimento di servizi fondamentali per i cittadini. Le località del forese sono sempre più in difficoltà per la perdita di sportelli bancari, uffici postali e anche piccoli esercizi commerciali. Per questo motivo si auspica nelle scelte future un maggior coinvolgimento delle rappresentanze locali e di chi opera sul territorio: comitati cittadini, Pro Loco, associazioni di rappresentanza e volontariato». E l’attenzione, ovviamente, è rivolta alle fasce più fragili. «I nostri pensionati – spiegano Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil – lamentano crescenti difficoltà per la perdita di preziosi servizi sul territorio. La mancanza di un ufficio postale, di una filiale di banca, di un forno, di una macelleria, può trasformarsi in seria difficoltà per coloro che hanno un’autonomia di spostamento limitata e non possiedono parenti che possano aiutarli». I sindacati dei pensionati hanno sottolineato il crescente disagio di una parte dei cittadini che, in alcuni casi, si sentono dimenticati: «Bisogna trovare rimedio ad un problema che si è ancora più accentuato in questi mesi di pandemia. Spi, Fnp e Uilp chiedono di ripristinare al più presto quei canali di comunicazione e partecipazione con i cittadini per costruire e decidere insieme le soluzioni più opportune per il territorio. Troppo spesso riceviamo mail o telefonate di nostri pensionati che ci evidenziano di sentirsi abbandonati. In questo periodo di pandemia e di isolamento forzato, il problema si sta accentuando, gli anziani soffrono molto, per esempio, per la difficoltà, o in alcuni casi, per la mancanza totale di interlocuzione con il proprio medico di base. Se, da un lato, rappresenta un notevole passo in avanti l’introduzione della prescrizione di farmaci attraverso la ricetta dematerializzata, resta però un grosso problema quello delle visite. Il problema si accentua proprio nel forese, dove a seguito di pensionamenti di medici, si devono aspettare periodi anche lunghi prima dell’arrivo di una sostituzione. Oppure, come nel caso di San Pancrazio, dove, da alcuni mesi, per incontrare il medico di medicina generale per una parte di cittadini è necessario spostarsi su Russi. Siamo di fronte a disagi che non facilitano la popolazione più anziana e che creano problemi oltre che crescente malumore. Appare necessario riprendere e rilanciare il ruolo delle case delle salute e della Medicina di prossimità».