Ravenna in lutto per la morte di Walter Della Monica. Il ricordo di Patuelli e Farideh Mahdavi

Romagna | 27 Giugno 2023 Cultura
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Nella serata di lunedì 26 giugno è scomparso a 96 anni Walter Della Monica, eclettico intellettuale ravennate che nel corso del Novecento e oltre ha avuto un ruolo di primissimo piano nella divulgazione della cultura in città e non soltanto, e al quale si deve l’ideazione di numerosissime e longeve iniziative. Animatore instancabile della vita di Ravenna ma spesso e volentieri ben oltre i confini della provincia, Della Monica lascia un’eredità che se non altro, per molti versi è stata raccolta o comunque consta di iniziative così solide o rinvigorite abbastanza da sopravvivergli.
Dopo aver esordito sul giornale del Corso di Giornalismo dell’Università di Urbino, Della Monica ha collaborato a quotidiani e periodici sin dai tempi della «Fiera Letteraria» di Vincenzo Cardarelli. Nel 1956, insieme a Toni Comello, Della Monica concretizzò il primo è forse più importante fra i tutti i suoi progetti letterari, quello destinato a dare longevità alla sua carriera e a confermarne l’autorevolezza: il «Trebbo Poetico per la divulgazione della poesia italiana», che a Cervia ha ospitato in un’inedita e intrigante cornice pubblica i maggiori versatori italiani, per di più con invidiabile continuità, in serate culturalmente vivaci, memorabili e ricordate ancora oggi.
Dopo la fine del sodalizio con Comello, Della Monica continuò la sua attività professionale di operatore turistico, che seppe integrare ad ogni suo progetto culturale, mettendone da subito in mostra il senso pratico e le capacità organizzative. A Della Monica si deve anche l’idea del «Premio Guidarello», nato nel 1972, inizialmente come strumento di promozione turistica per lanciare «vacanze-famiglia» create da lui stesso, prima che il premio si trasformasse in prestigioso riconoscimento giornalistico e culturale.
Nel 1974, ancora in attività turistica, promosse, insieme all’amico libraio Mario Lapucci, i primi incontri letterari del Centro Relazioni Culturali, che nel corso degli anni sono stati quasi duemila, con il coinvolgimento ancora oggi del Comune di Ravenna. Dal 1984 (anno della pensione) l’attività di Della Monica si è concentrata, a tempo pieno, proprio a queste iniziative.
Sempre molto attento alla Romagna (ad esempio con il pionieristico libro-inchiesta I dialetti e l’Italia nel 1981 e l’opera in tre volumi Romagna, vicende e protagonisti, scritta con Claudio Marabini) ha curato gli scritti di alcuni tra i più significativi autori romagnoli del secondo Novecento, tra cui Francesco Serantini e Dante Arfelli.
Ha ideato anche i «processi» postumi a importanti figure storiche, come Teodorico («processato» retrospettivamente per primo, nel 1990) e Paolo e Francesca e il Passatore. Porrò Vittorio Sermonti a legge Dante al teatro Alighieri e da questa esperienza scaturì un progetto di divulgazione del verbo dantesco con il quale facciamo i conti ancora oggi. Esattamente trent’anni fa Della Monica promosse una lettura commentata dell’ultimo canto del Paradiso a San Francesco a Ravenna, accanto alla Tomba di Dante, dalla quale conseguì la lettura integrale della Divina Commedia, sempre con Sermonti. Nel 1998 nacque «La Divina Commedia nel mondo», con la partecipazione di traduttori esperti e lettori dei vari paesi.
Il ricordo di Antonio Patuelli, Presidente della Cassa di Ravenna Spa
Antonio Patuelli, Presidente della Cassa di Ravenna Spa, ricorda commosso Walter Della Monica per l’alta cultura e le rare capacità di continua organizzazione culturale, sempre costruttiva. Mai vanaglorioso, né autocelebrativo, Della Monica è stato un grande promotore di assai qualificate e numerose iniziative culturali.
Il Presidente Patuelli ricorda che l’attività professionale di Walter è stata inizialmente di organizzatore turistico negli anni cinquanta in iniziative dell’Enal, l’ente del tempo libero, ricreazione, spettacolo che nel dopoguerra aveva ereditato le funzioni di quella che era stata nel ventennio l’Opera Nazionale Dopolavoro. Walter vi ha svolto attività pioneristiche per lo sviluppo del turismo per la costa ravennate e cervese, proprio negli anni in cui si realizzò il miracolo economico che vide la riviera Adriatica di Romagna divenire la “California d’Italia”. Nel turismo, nel 1960, Della Monica allargò i suoi orizzonti realizzando la sua prima attività in proprio, quando la Cassa di Risparmio di Ravenna, che si stava convertendo in attività principalmente bancarie e dismetteva quelle accessorie, vendette la “Raven Viaggi” che aveva sede a Ravenna in via 4 novembre dinanzi all’attuale bar Tazza d’Oro. Della Monica e suoi due soci la rilevarono e la svilupparono realizzando la nuova ed innovativa allora unica agenzia viaggi di Ravenna, con grandi orizzonti: nacque la “Viaggi Generali” che generazioni di ravennati conobbero per qualità, efficienza e cortesia. Le attività non si limitarono a quelle consuete delle agenzie viaggi, ma svilupparono iniziative di insediamenti di villaggi turistici sulla nostra costa in modo da attirare meglio i grandi flussi soprattutto tedeschi, olandesi, francesi, svedesi e svizzeri con i quali la “Viaggi Generali” sviluppava contratti che garantivano le presenze. La “Viaggi Generali”, con Della Monica alla guida (operativissimo nel suo piccolo ufficio alla fine del salone), negli anni 80 venne ceduta quando Della Monica era già protagonista di plurime iniziative culturali, dal ’53 col primo dei “Trebbi poetici” in una delle strutture turistiche che già animava. I Trebbi proseguirono con vitalità non solo sulla costa romagnola, vedendo le presenze di prestigiosi uomini di cultura, persino del premio Nobel Eugenio Montale in un Trebbo.
Il Presidente Patuelli ricorda inoltre che Della Monica ha inventato e animato per decenni il prestigioso premio Guidarello, il Centro Relazioni Culturali, con una continuità formidabile di iniziative sempre tempestive e di alto livello, ha reinventato le letture dantesche fino a ottenere il grande successo di far leggere e illustrare da Vittorio Sermonti ciascun canto dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso in memorabili serate nella Basilica di San Francesco, evocativa della vita, del funerale e della prima tomba di Dante.
Insomma - ha concluso il Presidente Patuelli - quella di Walter è stata una vita per lo sviluppo culturale e civile, un esempio di alto livello.

Il ricordo della traduttrice persiana della Divina Commedia Farideh Mahdavi Damghani
Ho conosciuto Walter Della Monica, quando avevo 37 anni. E avrò 60 anni tra pochi giorni. Durante questi anni, sono stata molto fortunata a riuscire a conoscerlo sempre di più e vedere come stava e come pensava e come si comportava. Era estremamente generoso per natura, disposto a fare qualsiasi cosa per chiunque. Che fosse italiano o meno. Che fosse un uomo o una donna. Finché anch'essi abbiano voluto rendere un qualche tipo di servizio e di aiuti alla Cultura nel senso assoluto della parola, Egli era sempre lì per voi, per prendervi per mano e guidarvi, passo dopo passo, in quel lungo e difficile cammino. Lui era sempre lì. Sempre.

Non importava cosa stavi facendo o pensando. Non importava quanta fiducia avevi nei tuoi sforzi culturali. Walter era sempre al tuo fianco per aiutarti con i suoi incoraggiamenti calorosi, le sue risate gioiose, le sue grida piene di entusiasma e di esaltazione quando c'era  un nuovo progetto, una nuova idea, o una nuova traduzione. E poi ti riempiva di una moltitudine di materiali, commenti, spiegazione tecniche e ti inviava persino libri di cui avresti potuto aver bisogno nel tuo percorso verso il completamento e la perfezione.

Amava tutti i poeti di tutti i tempi e viveva per loro e voleva che tutti gli altri esseri umani intorno a lui e fuori dall'Italia li conoscessero i poeti Italiani del Novecento e li amassero tanto quanto li amava lui. Tuttavia, Dante per lui, era un'altra cosa, e per decenni visse solo per Dante. Qualunque cosa facesse, la faceva per Dante. Credeva in tutte le cose che Dante gli aveva ispirato e insegnato. Per questo motivo, era diventato più che gentile, più che generoso, più che entusiasta. Voleva glorificare la vita con la poesia, con i pensieri poetici, con il comportamento poetico. Perché? Perché era un romantico nel cuore. E voleva usare il suo cuore appassionato per farci diventare esseri umani migliori. E cio, solo con la lettura e la comprensione della Poesia universale. Poesia antica, medievale o moderna. Voleva farci sentire proprio come lui
Tutti i poeti, tutti. Senza eccezione.  
Amava una poesia intitolata, Voglio vivere di Esenine. Amava le poesie di Cardarelli e Ungaretti. Amava Tagore e Pessoa. E così tanti altri che ora ho perso il conto. Con il suo aiuto, ho pubblicato in Iran un'Antologia dei più grandi poeti italiani di tutti i tempi. Ho tradotto Leopardi, Petrarca, Montale, Ungaretti, Cardarelli, Quasimodo, ho tradotto il bellissimo Cantico di San Francesco. Ho continuato a tradurre tutte le opere di Dante. E dovevo i miei sforzi culturali e letterari a lui e solo a lui. Prima al mio carissimo padre che mi aveva insegnato ad amare i libri e poi a Walter Della Monica che mi ha reso quello che sono oggi.
Oggi sono più che triste. Sono in profondo lutto. Ho perso il mio padre spirituale, il mio mentore, il mio amico...
So che lo incontrerò di nuovo. Spero che sia nel Paradiso di Dante, dove tutti i poeti e santi e angeli e anime belle sono riuniti ... 
Carissimo Walter, Dio sia con te. 
Ti ho sempre amato come mio carissimo padre spirituale.
Ti amerò sempre come tale.
Nessuno ti dimenticherà mai.
E io non ti dimenticherò mai.
Che la Misericordia di Dio sia su di voi. Dio ti benedica.
Le mie più sentite condoglianze alla sua bella e amorevole famiglia. I miei pensieri sono con voi.

Farideh Mahdavi Damghani / 27 Giugno 2023
 
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