Ravenna, in attesa degli escavi, i pareri degli operatori del porto

Romagna | 04 Novembre 2021 Economia
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Elena Nencini
L’incontro al Grand hotel Mattei del The Propeller international club Ravenna per presentare la neo assessora con delega al porto Anna Giulia Randi ha presentato uno spaccato molto chiaro della realtà del porto di Ravenna. Infatti erano presenti il ri-eletto sindaco della città bizantina Michele De Pascale, il presidente dell’Autorità di sistema portuale dell’Alto Adriatico Daniele Rossi, il presidente degli Agenti marittimi Franco Poggiali, il presidente degli Spedizionieri Danilo Belletti, il presidente di Consar Veniero Rosetti, il vice direttore degli Utenti del porto Luca Minardi, la presidente dell’associazione Doganalisti Emilia Romagna Alessandra Riparbelli, oltre naturalmente al padrone di casa il presidente del Propeller Simone Bassi. 
Come ha sottolineato Poggiali: «in 40 anni che lavoro in questo settore non ho mai sentito parlare tanto di porto come negli ultimi sei mesi», un chiaro riferimento ad un anno veramente intenso nel quale sono stati approvati tanti progetti che cominciano a prendere corpo all’approfondimento dei fondali a – 14,50 metri e poi a -12.50 m., il rilancio del terminal crociere con il faraonico progetto dalla Royal Caribbean che trasformerà Ravenna in un home port; l’inaugurazione del primo deposito Gnl; il recente Omc che ha portato tanti operatori del settore in città da tutto il mondo. Come ha detto Bassi: «I prossimi 5 anni segneranno il futuro del nostro porto. Il nostro futuro è certo, ma dobbiamo mantenere l’attuale: i numeri del porto sono incoraggianti. Dobbiamo evitare limitazioni di pescaggio in entrata e in uscita e  migliorare i tempi di sosta delle navi, spesso obbligate a restare in rada 10 giorni, poi altri 7 per lo scarico e, infine, la merce che resta sul posto per la carenza di autisti di camion».

MANCANZA DI ADDETTI
Un dato emerso dagli interventi degli operatori è proprio quello delle figure specializzate, alle parole di Bassi si è unita infatti la voce di Poggiali che ha sottolineato «proprio la mancanza di professionalità nei giovani». Anche per Rosetti: «ci troviamo in difficoltà per la mancanza di autisti. Ma dobbiamo chiederci come siamo arrivati a questo punto: bisogna puntare sulla necessità di un sistema di legalità. Sempre più con gli escavi e la ripresa del porto saranno necessari autisti. E’ necessaria una pianificazione, un progetto di tutto il porto. Solo in provincia di Ravenna abbiamo 840 imprese di autotrasporto con 2100 camion, vuol dire che c’è una polverizzazione che non può reggere il mercato». Stesso problema per Belletti che lamenta: «la carenza di personale, dai gruisti, i macchinisti, ai camionisti. Bisogna rilanciare le scuole professionali e l’appetibilità di lavorare nel porto». Mentre a chiudere il discorso alla mancanza di personale è Riparbelli che insiste sulla necessità di ampliare e approfondire: «il legame tra porto e Università».

NOVITA’
E’ proprio l’assessora Randi, che lavora da diversi anni nel porto nell’ambito dei raccomandatari marittimi, a spiegare le prossime mosse: «Sarà necessaria nei prossimi anni una grande collaborazione e condivisione tra il Comune e il porto, ma intanto pensiamo alla grande novità di ospitare il prossimo anno l’European maritime days, dal 19 al 20 maggio, il tema sarà “Ricerca, Energia, Sostenibilità”. Sarà una bella vetrina internazionale alla quale fare seguire un festival - che sarà organizzato tutto dalal nostra città - nel quale saremo tutti impegnati. Ravenna sarà la prima città portuale ad ospitarli. E’ il punto di incontro annuale dell’Unione Europea sugli affari marittimi e la crescita blu sostenibile».

PROPOSTE
Le richieste degli operatori vanno all’assessora, ma non solo, infatti Rosetti parla dell’importanza della «sburocratizzazione. Bisogna porre fine alla guerra degli enti tra di loro e ai veti che ogni ente pone. Così come è necessario avvicinare il porto alla città: il porto è lontano non solo fisicamente dalla città. In molti ancora non saprebbero arrivarci. Ci vuole il porto nella città. Eppure siamo da sempre un’eccellenza come ha dimostrato anche l’inaugurazione del deposito gnl a cui nessun credeva: bisogna valorizzare la nostra logistica e gli spazi che abbiamo, oltre al nostro lavoro».
Un’esigenza sentita dalla maggioranza degli operatori è proprio la necessità di fare sistema, in un momento in cui molti altri porti come Bari, Napoli, Venezia, Ancona sono invece in crisi anche per mancanza di intenti e di progettazione.

AGGIORNAMENTI SULL’HUB
Il presidente di Adsp Rossi ha fatto il punto sui lavori e le necessità del porto: «i fondi del Pnrr (pari a 130 milioni di euro) per gli escavi dell’hub andranno spesi entro il 2026: quindi la fase 1 del progetto con i fondali a -12.50 si sovrapporrà con l’avvio della fase 2, a - 14,50 metri. Ci apprestiamo chiudere un anno straordinario: con la ripresa dei traffici stiamo superando i numeri del 2019, basti pensare che il 2021 si chiuderà con la movimentazione di 9.000 treni, rispetto ai 7300 di media del passato. Siamo ormai alla pari di Trieste, leader in Italia con 9.600. Adesso bisogna puntare su una pianificazione strategica di lungo periodo perché, dopo l’ennesima autorizzazione - che si somma alle 134 ottenute - ci saranno 5 milioni di metri cubi di materiali di escavo da movimentare con camion per 160mila viaggi complessivamente. A cui se ne aggiungeranno altri 5 milioni di metri cubi visto che fase 1 e 2 si sovrapporranno».
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