Ravenna, il titolare dello Sport City: "Per una ripartenza vera aspettiamo il 2022"

Silvia Manzani
«La realtà va presa per quella che è, una pandemia non si può certo mettere in discussione. Dopo così tanti mesi di chiusura, dunque, l’unica cosa da fare è capire quale sia la strategia migliore, fermo restando che dei periodi negativi è bene approfittare per cogliere spunti e opportunità, cosa che anche noi abbiamo tentato di fare». Andrea Dradi, titolare della palestra Sport City di Ravenna, in vista del primo giugno è fiducioso anche se cauto: «Samo chiusi da ottobre, riaprire è certamente un bel segnale. Speriamo di poter riaprire al pubblico anche la nostra piscina coperta. Nel frattempo, non possiamo certo aspettarci i grandi numeri, resteranno comunque delle resistenze tra le persone e noi abbiamo messo in conto che tornerà a frequentarci fin dai primi giorni solo quello zoccolo duro di utenti che non riesce a vivere senza attività fisica: si tratta, stando ai nostri calcoli, del 50% delle persone che in condizioni normali frequenterebbe la palestra nello stesso periodo dell’anno». Le persone in questione appartengono alla categoria di iscritti che durante l’inverno sono state disposte ad allenarsi all’aperto, con pochi gradi: «Noi, per non abbatterci, abbiamo scelto di investire sull’esterno, con una proposta importante sull’outdoor che probabilmente non avremmo messo in piedi se non ci fosse stata la pandemia. E che rimarrà nel tempo, anche nelle abitudini, perché allenarsi fuori in primavera ed estate è piacevole. E la gente adesso lo sa». Quanto all’interno, in sala pesi non ci sono problemi di capienza visti gli ampi spazi e anche lo scorso anno, dopo il lockdown, non si era reso necessario un sistema di prenotazione per gli accessi: «Abbiamo “solo” ridotto le postazioni del 40% per consentire il distanziamento». Discorso diverso, invece, nel caso dei corsi a corpo libero: visto che prevedono un tetto massimo di persone che possono accedere, devono essere riservati prima». Secondo Dradi, solo tra settembre e ottobre torneranno ad affacciarsi al club anche gli iscritti più scettici ma sarà proprio quello il momento in cui avremo tutti, più chiara, la situazione della pandemia e l’eventuale stop o ritorno alle limitazioni: «Se le cose andranno per il meglio, andremo incontro ad altri mesi di lenta ripresa, almeno stando a quel che dicono gli esperti. Solo all’inizio del 2022, allora, cominceremo ad assistere a quella che nel settore viene immaginata come una vera esplosione di iscrizioni. In fin dei conti, tra le cose che abbiamo imparato dalla pandemia c’è il fatto che l’attività fisica è fondamentale per stare bene, al pari della sana alimentazione. Questa consapevolezza farà sì che l’utenza crescerà. Anche chi era in forma e stava bene, del resto, ha risentito molto dello stop alle attività, soffrendone. Non è un caso se, ai piani alti, si sta ragionando di applicare l’Iva al 10% all’attività sportiva, come a quella medica, così come di una legge che preveda di scaricare l’abbonamento alla palestra, in sede di denuncia dei redditi». Allo Sport City gli iscritti sono circa 3mila all’anno, il 90% dei quali in possesso di un abbonamento annuale: «Questo ci avvantaggia, perché c’è un’affluenza costante nei mesi, che possiamo prevedere».