Riccardo Isola - «CheftoChef Emilia Romagna cuochi» riprende le attività dopo un durissimo anno e mezzo caratterizzato dalla pandemia da Covid-19. L’associazione che conta una cinquantina di chef, una quarantina di soci produttori (che non sono altro che alcuni dei fornitori degli stessi chef, ndr) e decine di soci gourmet, in queste settimane ha rinnovato il consiglio di amministrazione e tra le conferme c’è anche il segretario, il ravennate Michele Ceccarelli. Per capire quali sono le direttrici e le direzioni che «CheftoChef» intende percorrere lo abbiamo incontrato. «Veniamo da un periodo molto duro - ci tiene a precisare subito lo stesso segretario - che ha visto i soci essere messi a dura prova. Se da una parte gli stellati hanno risentito maggiormente di questo periodo di fermo imposto, a causa degli staff sicuramente più ampi e coperti ridotti e soprattutto non sempre in grado di poter offrire, dal punto di vista degli standard richiesti dal loro prestigio, il delivery anche i non stellati non se la sono certo passata bene». Adesso però «bisogna ripartire e reagire. Per farlo - sottolinea Ceccarelli - dopo aver firmato l’accordo di programma con la regione entreremo nel vivo della programmazione che - aggiunge - dovrebbe riuscire a portare anche novità».
La grande famiglia di professionisti del gusto made in Emilia Romagna, anche in questo periodo non è rimasta ferma. «Quetsa estate abbiamo stipulato un accordo di filiera con la Cozza selvaggia di Marina di Ravenna e stiamo ragionando anche con il consorzio dello Scalogno di Romagna Igp per progetti concreti di collaborazione di filiera. Sono i prodotti a certificazione e i presidi, di cui la Regione è piena, il vero giacimento culturale e colturale che contraddistingue una filiera che dal campo alla tavola punta sempre all’eccellenza. Questo - prosegue il segretario - è il nostro segreto e crediamo il vero valore aggiunto che CheftoChef dimostra e persegue con determinazione».
Tra le novità che da gennaio potrebbero portare a un’accelerazione nella mission culturale, divulgativa e conoscitiva dell’associazione c’è la possibilità «che la nostro festa Centomani possa diventare un vero e proprio format intinerante. Tre diversi appuntamenti uno in Emilia, uno in Romagna, oltre alla grande festa finale a Polesine Parmense, per veicolare meglio, in modo più capillare e diffuso, i valori che stanno dietro la filosofia dell’associazione. Grandi prodotti, riconosciute e ricoscibili qualità della trasformazione delle materie prime, sia in ambito produttivo che in cucina, attenzione alla sostenibilità, stagionalità e tracciabilità dei prodotti che finiscono nei menù dei ristioranti - chiude Ceccarelli - non devono rimanere tensioni o obiettivi da perseguire in un futuro incerto e indefinito, ma concrete azioni che nel breve periodo riescano a qualificare ulteriormente la proposta culinaria regionale. Dobbiamo dare un senso concreto, tangibile e duraturo che l’atto del mangiare può e sdeve essere una vera e propria esperienza personale, di palato e culturale a trecentosessanta gradi».