Ravenna, il primario di Oncologia: "Entro fine luglio recupereremo le visite"
![ravenna-il-primario-di-oncologia-quotentro-fine-luglio-recupereremo-le-visitequot](/inc/scripts/crop.php?img=https://backoffice3.titanka.com/verticalizzazioni/4897/254/upload/1592313336_ss05cappuzzojpg.jpg&w=420&h=248)
«Entro la fine di luglio saremo a regime con il recupero delle visite, solo nel nostro reparto ci sono tre medici dedicati a questa attività». Federico Cappuzzo, direttore di Oncologia al «Santa Maria delle Croci», non è troppo preoccupato dell’accumulo di lavoro che si è venuto a creare a causa della sospensione, per almeno un mese e mezzo, dei controlli: «Nessuno resterà indietro. Siamo tornati a pieno ritmo, con un programma che prevede, in tempi rapidi, lo smaltimento degli appuntamenti che in aprile e per la prima metà di maggio sono stati rimandati. Tengo a precisare che si tratta di visite di follow-up, per le urgenze ci siamo sempre stati». Per quanto riguarda il reparto vero e proprio, che è rimasto chiuso due settimane per i casi di contagio da Covid-19 avvenuti tra medici, infermieri e pazienti, la riorganizzazione è iniziata: «Abbiamo deciso di mantenere le stanze a un letto solo. Da un lato come misura precauzionale, visto che l’emergenza Covid non è certo finita, dall’altro per offrire maggiore comfort alle persone ricoverate e alle loro famiglie. Il Coronavirus, infatti, ci ha consentito di ripensare al tema generale dell’assistenza e della sua qualità. La direzione che abbiamo preso sarà qualcosa che cercheremo di mantenere, a vantaggio di tutti». Per Cappuzzo, infatti, bisogna guardare agli aspetti positivi che la situazione degli ultimi mesi ha portato: «Senz’altro abbiamo capito l’importanza di migliorare i servizi. Inoltre, si è aperta una riflessione a mio avviso molto importante su alcuni argomenti come la telemedicina, l’ipotesi di percorsi per somministrare i farmaci a domicilio, la necessità di lavorare di più e meglio sulla rete territoriale. Si tratta di cose possibili e fattibili. Senza contare che le persone, se possono essere assistite fuori dall’ambiente ospedaliero, sono più che contente. Insomma, il Covid ha dato il la a una riorganizzazione generale». (s.manz.)