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Ravenna, 'il nuovo decreto balneari deve riconoscere anche il valore degli investimenti fatti'. Parla Maurizio Rustignoli (coop spiagge)

Romagna | 31 Gennaio 2025 Cronaca
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«La categoria non si aspettava una legge così mortificante. Il percorso fatto con questo governo era quello di giungere ad un equilibrio dove il lavoro delle imprese veniva riconosciuto, mentre ci siamo ritrovati con un decreto con il quale dobbiamo ragionare. Nessuna associazione di categoria ambiva ad una proroga, volevamo certezze, eppure adesso abbiamo solo una nuova scadenza». E’ critico il presidente della cooperativa bagnini Ravenna, Maurizio Rustignoli sul decreto Infrazioni licenziato a  ne anno dal Consiglio del Ministri. Si stabilisce che le concessioni demaniali andranno a gara tra due anni: i Comuni avranno  no al 30 giugno 2027 per concludere le gare e i titoli saranno validi  no al 30 settembre dello stesso anno. Dopo quindici anni di proroghe agli stessi titolari, ritenute illegittime dall’Unione europea che chiedeva l’applicazione della direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi, le concessioni dovranno essere riassegnate tramite bandi pubblici. Questi, secondo quanto stabilisce il nuovo decreto, dovranno essere pubblicati per almeno trenta giorni sull’albo pretorio online del Comune e, per i titoli di interesse regionale o nazionale, anche sulla Gazzetta u ciale. Per le concessioni superiori a dieci anni sarà obbligatoria anche la pubblicazione nella Gazzetta u ciale dell’Unione europea. I bandi dovranno indicare la durata della nuova concessione, che potrà essere di minimo 5 e massimo 20 anni, e il valore degli investimenti non ammortizzati. «Il nuovo decreto è di di cile comprensione non solo per noi demanialisti, ma anche per i tecnici perché contiene principi generici, ma in questi due anni cercheremo di declinare questi ultimi e di valorizzare il sistema a livello locale e regionale. Appena la legge sarà completata con il decreto di marzo, pilastro di tutto il percorso perchè dovrà de nire i criteri per l’equa remunerazione degli investimenti fatti dai concessionari uscenti, in caso di mancato rinnovo della concessione, andrà aperto un tavolo con la Regione. La nuova durata dei titoli concessori andrà chiarita bene e di certo non vogliamo l’esproprio delle imprese in evidenza pubblica». Ed oltre al lavoro sull’indennizzo e al  lo diretto da aprire con gli enti locali, il terzo  lone sul quale i demanialisti dovranno concentrarsi è la riforma del Codice della navigazione. «Il mondo delle concessioni demaniali è ancora gestito da questo codice redatto nel 1942 e non più adeguato. Urge una riforma vera per arrivare, da un lato, all’adeguamento degli strumenti legislativi alle esigenze del turismo di oggi, dall’altro a riconoscere le forme di investimenti importanti che sono stati eseguiti. Negli anni ’40 e ‘50 le concessioni venivano elargite gratuitamente e ti incentivavano a prenderle per creare occupazione. Tutt’ora è il Codice della navigazione lo strumento che decide se si ha o meno diritto all’indennizzo». Rustignoli conclude sottolineando ancora come siano praticamente tutte a gestione familiare le imprese che gestiscono gli stabilimenti e come gli imprenditori siano stanchi tanto da aver scelto, in molti casi, di a ttare. «E’ necessario far partire un percorso riformatore, trovando un punto di equilibrio con le imprese che devono o essere pronte al cambiamento e alle nuove regole oppure uscire dal mercato, ma con un giusto indennizzo. Se con il decreto di marzo acquisiremo un diritto certo, allora anche le banche riprenderanno a  nanziare ristrutturazioni ed investimenti sostenendo lo sviluppo economico del comparto».
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