Ravenna, il medico di base: "Bene gli annunci ma per gli ultra 80enni i vaccini non ci sono"
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«Siamo in attesa di capire come si tradurrà, nei fatti, il ruolo fondamentale dei medici di base nella vaccinazione anti-Covid, così come annunciato dal Ministero della Salute. Nel frattempo, assisto ad annunci molto ottimistici sull’inizio della campagna per gli ultra 80enni, che però non sarà immediato, soprattutto perché le dosi non ci sono». Quello di Sandro Vasina, segretario provinciale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) e coordinatore del nucleo di Cure primarie R5 di Ravenna che assiste circa 18mila cittadini, è un richiamo al senso di realtà: «Sono usciti titoli di giornale sul fatto che sta iniziando la vaccinazione per gli ultra 80enni, quando invece abbiamo iniziato solo quella di chi non può spostarsi da casa o è in assistenza domiciliare. Temo possa succedere come con l’anti-influenzale: a causa della mancata disponibilità delle dosi a fronte di un alto numero di persone da vaccinare, nei fatti ci siamo ritrovati a disdire gli appuntamenti e rimandarli. Oltretutto, dopo i proclami, le persone hanno ricominciato a telefonare ai medici di base chiedendo quando verranno vaccinate. Ecco, noi una risposta ancora non l’abbiamo». Nel frattempo, dalla Regione Emilia-Romagna l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini ha ribadito come la certezza del vaccino passi per forza di cose dalla certezza delle consegne: «Ci attendiamo ora che la risposta delle aziende produttrici rispetti il piano delle consegne come concordato, non siamo disposti ad abbassare la guardia perché come Regione siamo pronti ad accelerare e non sono ammissibili ulteriori ritardi in questa campagna vaccinale, che è l’unica strada per porre fine alla pandemia e tornare alla normalità». La Regione ha comunque spiegato come dopo i rallentamenti nelle forniture, le nuovi dosi in arrivo da Moderna e Biontech nella prima settimana di febbraio (11.538 per la Romagna) siano state dedicate in maniera prioritaria al richiamo del vaccino, dunque alla seconda somministrazione che permette di raggiungere l’immunizzazione: sono state riservate, dunque, alla popolazione target di questa prima fase della campagna vaccinale, cioè persone che operino a qualunque titolo in ospedale, agli operatori sanitari e sociosanitari delle strutture pubbliche e private accreditate; agli ospiti e personale delle strutture residenziali per anziani.(s.manz.)