Ravenna, il Mar compie vent'anni, l'assessore Sbaraglia spiega come verrà rilanciato

Romagna | 25 Marzo 2022 Cronaca
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Federica Ferruzzi - Nonostante la pandemia stia cominciando ad allentare la sua morsa e il mondo culturale abbia ricominciato a pensare alla programmazione, non sono tempi felici per i musei. Tra questi non fa eccezione il Mar di Ravenna, che proprio quest’anno compie vent’anni dalla sua istituzione. Guardando al bilancio, sono passati da 600mila euro del 2021 a 400mila dell’anno in corso i contributi assicurati dal Comune di Ravenna: numeri che scenderanno a 300mila per ognuno dei due anni successivi. Fondi comunali, quindi, dimezzati, che si sommano a previsioni non rosee legate agli incassi da biglietteria e book shop: dai 110mila euro del 2021 la previsione è di passare a 60mila, cifra più bassa mai registrata dal 2017. Alla luce di questi dati, abbiamo interpellato il neo assessore alla Cultura, Fabio Sbaraglia.
Sbaraglia, qual è la motivazione alla base della scelta di dimezzare i fondi?
«La redazione di questo bilancio tiene necessariamente conto di alcuni elementi di contesto che non potevano essere ignorati. Certamente in questo senso è da tenere in considerazione il quadro complessivo di un equilibrio di bilancio dell’ente locale che vede anche il nostro museo partecipare allo sforzo comune di contenimento della spesa e che spiega il trasferimento in calo da parte del Comune rispetto all’annualità precedente. Si tratta, però, di tutt’altro che di un dimezzamento: il trasferimento comunale dello scorso anno comprendeva risorse aggiuntive legate alle celebrazioni dantesche. Rispetto al trasferimento storicamente consolidato la riduzione del contributo è decisamente più contenuta. Per quanto riguarda le annualità future, per il principio della flessibilità dei bilanci quanto previsto per il 2023 e 2024 verrà rivisto in relazione ai fabbisogni quando, di volta in volta, si predisporranno i bilanci di quelle annualità».
A cosa è legata la previsione di un minore incasso dei botteghini, introiti che appaiono addirittura inferiori al 2020, anno di piena pandemia?
«Si tratta di una stima prudenziale che tiene anche conto degli impatti che i mesi di pandemia hanno prodotto sulle abitudini delle persone, soprattutto in relazione alla fruizione dell’offerta culturale e all’accesso dei luoghi di cultura. L’obiettivo strategico che con questo bilancio proviamo ad attuare è quello di rilanciare l’identità del museo a partire dalla valorizzazione del proprio patrimonio custodito nelle collezioni permanenti e del mosaico. Insieme a questo, stiamo lavorando per rendere il Mar un luogo sempre più frequentato e abitato anche scavalcando la stagionalità degli eventi espositivi. In questo senso è da leggere la possibilità di ingresso gratuito che il museo ha offerto a tutti i visitatori dal 10 gennaio fino a metà aprile. Naturalmente si tratta di un’operazione dal forte contenuto culturale che comporta però un costo in termini di incassi all’ingresso».
Guardando al programma del 2022, a settembre il Mar ospiterà la biennale del mosaico: sono previste novità rispetto a questa manifestazione?
«Stiamo lavorando ad una biennale, anzi a due (abbiamo già un occhio su quella del prossimo anno) che pur mantenendo al centro della proposta un evento espositivo che avrà sede al Mar, sia diffusa in tutta la città come è ben avvenuto nelle ultime due edizioni. Il museo resterà sede privilegiata e centro dell’evento, ma sarà in dialogo con altri luoghi che ospiteranno altre proposte».
Per i 20 anni del museo e in occasione della biennale sarà inoltre presentato il riallestimento della collezione dei mosaici moderni e contemporanei: l’idea pare quella di andare verso una sempre maggiore valorizzazione del mosaico e di legare il futuro del museo alle preziose tessere che contraddistinguono Ravenna, è così? 
«L’obiettivo è certamente quello. Ravenna sarà compiutamente città del mosaico se riuscirà a valorizzare il linguaggio musivo in tutte le sue forme e possibilità. Esiste un piano artistico che va promosso, diffuso e incentivato, un piano di artigianato artistico, di design, che merita un coinvolgimento ed una visibilità importante, tutto l’ambito della formazione va sostenuto. Si tratta di mettere a sistema e rilanciare un patrimonio di tecnica, linguaggi e di saperi che in città esiste e che deve diventare sempre più riconoscibile e attrattivo. In questa prospettiva il Mar può giocare un ruolo decisivo non solo attraverso le proprie collezioni, ma anche tramite un’attività che sul fronte del mosaico deve diventare sempre più costante e identitaria».
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