Ravenna, il locale della giovane Letizia Campedelli, la Trattoria al Cerchio, si è imposto nel programma «4 Ristoranti»

Riccardo Isola - Era l’unica ristoratrice in gara, e ha vinto. Nella puntata del noto e seguitissimo format culinario «4 Ristoranti», in cui spicca la figura dello chef Alessandro Borghese, con tappa nel capoluogo bizantino, a battere la concorrenza, ai punti, è stata Letizia Campedelli, titolare della «Trattoria al Cechio». La ristoratrice ravennate si è imposta con un punteggio alto, 135 punti, su «Corte Cabiria» (125 punti), «Ristorante Al Cairoli» (111 punti) e Antica Bottega di Felice (104 punti). Quella registrata il 3 ottobre scorso è la seconda visita che lo chef fa in terra ravennate, visto che nel 2020 aveva visitato la riviera con la vittoria di Cala Zingaro di Milano Marittima, in una puntata in cui al centro vi era la cozza di Cervia. Questa volta, invece, il tema era il «Miglior ristorante nel centro storico di Ravenna» e il piatto scelto come protagonista principale è senza ombra di dubbio uno dei simboli indiscussi della tradizione romagnola: il cappelletto al ragù. Ed è proprio la pasta ripiena per eccellenza di queste terre che ha creato dibattito tra i quattro ristoratori, soprattutto sul tema della grandezza del prodotto finale, ma questa però è un’altra storia sulla quale anche settesere ha già approfondito in diversi articoli passati. Dopo aver aperto dalla «Bottega di Felice», dove conto e qualità generale dell’offerta non hanno proprio soddisfatto i commensali, i quattro ristoratori hanno raggiunto la «Trattoria al Cerchio». Un locale che in uno dei commenti ha evocato il «profumo e il sapore di un trascorso». Nel retroscena accaldato, fumoso e spadellante di questo spettacolo del cibo, mamma Leana, vera regista d’impeto e di storia, la trattoria ha aperto i battenti nel 1994, dirige la brigata come una perfetta compagnia di lunga esperienza. Al «tavolo Imperiale», come ha ribattezzato la seduta dei concorrenti la giovane titolare, il commento finale sul servizio, sulla qualità del cibo (crostini, castrato, cappelletti, polpette, tagliatelle e dolci della tradizione) e quindi sull’esperienza culinaria è stata alquanto positiva. Sullo special del cappelletto, sempre al di là delle dimensioni, tutti i commensali, compreso lo chef Borghese, non hanno potuto far altro che attestarne la gustosità. Da qui il viaggio enogastronomico è approdato a «Corte Cabiria», location elegante e raffinata ma soprattutto fuori «schema» rispetto alla tradizionalità. Carne, pesce e grande eleganza nell’impiattamento sono stati i binari dell’offerta di Luciano. Un ventaglio di offerte «meno» apprezzate dal tavolo. Infine l’ultimo ristorante è stato «Al Cairoli» dove il menù viene ritenuto limitato con alti e bassi e senza una linea chiara della titpologia dell’offerta. Anche se al centro c’è la pasta ripiena fatta in casa. Con la bontà certificata del cappelletto. Qualche situazione da migliorare in cucina, dal punto di vista della pulizia, ma soprattutto le sedute vengono definite non proprio comode. Conto ritenuto un po’ altino. Al di là della sfida e della strategia, quello che è emerso è che la «Trattoria al Cerchio» rappresenta il perfetto binomio tra qualità e giusto prezzo. Per Borghese seppur nel servizio Letizia ha dimostrato un po’ troppa agitazione, il menù e i piatti mangiati sono stati molto buoni.  Tanto è che gli è stato dato un 9 come voto. ma molto apprezzati anche lo special, i cappelletti, anche loro quasi perfetti visto il voto di 9 dello chef ma anche location e conto non se la sono passsati male con l’8 per entrambi riconosciuti dallo chef. Infine lo stesso Borghese ha sottolineato come l’offerta complessiva «semplice ma con molto carattere, come quello di tua madre», ha permesso alla giovane ristoratrice, nonchè sommelier Ais, di portarsi a casa i premi messi in palio dalla produzione.