Ravenna, il gruppo Rosetti rilancia con i SuperYachts di grande lusso

Elena Nencini - Yachts con piscina sul ponte superiore, la piattaforma per l'elicottero o  imbarcazioni di 24 o 30 metri caricate sul ponte sono solo alcune delle caratteristiche delle nuove imbarcazioni superlusso che saranno ideate e costruite da Rosetti Superyachts, una società che nasce dalla competenza del manager Fulvio Dodich (che ha maturato una lunga esperienza in Ferretti e poi in Sanlorenzo) unita alle conoscenze di Rosetti Marino group.
Dodich spiega: «vogliamo portare nel mondo un concetto di italianità e design, che si coniughi con una robusta parte tecnica ideata da Rolls Royce. Sono yacht che andranno dai 38 a 140 metri di lunghezza, supply, shadow, expedition vessel che nascono dal concept dell'artic explorer, con l'idea di utilizzare la barca non solo nel Mediterraneo, ma anche nei mari del nord».
Quali esperienze avete messo in campo?
«Rosetti Superyachts viene dal supply vessel trasformato in yacht. Pensiamo a una gamma di barche che possono avere armatore e ospiti a bordo con finiture da yacht, possono avere finiture più spartane sempre con armatore e ospiti, o possono essere una seconda imbarcazione dell'armatore che avverte l'equipaggio di trovarsi tra due settimane nel tal luogo per portargli altre sue imbarcazioni. In questo caso le finiture sono completamente diverse visto che la barca sarà usata dall'equipaggio. Il supply vessel mi consente di caricare tantissime cose sul ponte, avendo la sovrastruttura a prua ed un‘enorme spazio a poppa, mentre l'explorer raccoglie un “Heritage“ che proviene dalle barche usate nei mari del nord spesso molto agitati, con sovrastruttura a poppa e prua alta. Sono entrambe barche che garantiscono estrema sicurezza date le condizioni difficili dei mari in cui lavorano. C'è un mercato crescente per questo tipo di barche e quindi dovremmo avere la possibilità di sfondare grazie all'affidabilità tecnica che offriamo ai clienti. Noi infatti abbiamo un know out storico che altri non hanno».
Quali sono i concetti più importanti delle vostre imbarcazioni?
«Affidabilità, sicurezza e service, a cui si aggiungono falegnameria, entertainement di bordo (sistemi di domotica, illuminazione, video, tv, hi fi) e plancia di comando».
Che tipo di servizi offrite al cliente?
«Le barche sono full custom, completamente personalizzate. Abbiamo deciso di creare insieme a un designer,un architetto che fa il designer navale da anni, una linea di imbarcazioni che condividano un medesimo “family feeling“, abbiamo creato tre 85 metri con base tecnica di Rolls Royce, dall'elica al salpancore, e poi un 48 metri. Questa linea l'abbiamo sviluppato con l'architetto Tommaso Spadolini (ha progettato, fra tante, anche la nave “Fortuna“ del re di Spagna). Non deve essere una barca estrema, ma deve avere tre concetti di fondo: design to market (che piaccia al mercato), design to cost (costo sostenibile per il mercato), design to service (meno banale di quanto si creda e concetto molto apprezzato dall'equipaggio negli anni successivi alla consegna)».
Dove vengono costruiti gli yachts?
«A Ravenna, utilizziamo in parte i cantieri della Rosetti: possiamo contare su 64mila mq di cantiere e banchine. Cantieri con spazi così sull'acqua ne esistono pochi in Italia».
Chi sono i clienti a cui vi rivolgete?
«Quei 248 mila personaggi nel mondo che hanno 58 anni di età media e grandi capitali spendibili ».
A quali paesi pensate?
«I mercati fondamentali sono tutti quelli che si affacciano sul Mediterraneo e tutti i paesi europei, le Americhe, dove il mercato potenzialmente più forte è costituito dagli Usa, circa il 50-70%. Tutti i paesi del centro America, con argentini, brasiliani e i messicani che hanno una vecchia tradizione per la barca da diporto. L'Estremo Oriente è un mercato non ancora completamente maturo ma con aree di grande interesse in Asia Pacifico».