Ravenna, il «Dante esule» di Corelli alla Darsena di Città
La settima edizione del progetto del fotoreporter Giampiero Corelli «Dante esule» chiuderà con un’installazione antologica il percorso iniziato nel 2015 e che ha attraversato le forme di esilio della contemporaneità. Sabato 22 maggio nella Darsena di Città di Ravenna sarà inaugurata alle 17.30 (coj tanto di dj-set e performance di danza contemporaneA) la mostra Il lungo viaggio «l’essilio che m’è dato onor mi tegno», installazione fotografica che sarà visibile sulle pareti esterne adiacenti al Darsenale. L’ultimo tassello del lungo lavoro di Corelli è ispirato a quell’esilio collettivo imposto dall’emergenza sanitaria del Covid19. Il viaggio fotografico di quest’anno di Dante Esule è partito da un movimento all’indietro: un ritorno nei luoghi danteschi già attraversati, nelle piazze di Ravenna, Firenze, Verona, Mantova e Trento, intorno alle sagome dei monumenti al Sommo Poeta, ritrovate questa volta solitarie e silenti, immerse nei «vuoti» della pandemia, a conclusione di un affresco composito, che ha «fatto “precipitare” l’eredità dantesca nella realtà del nostro tempo: negli esuli di oggi e nel nostro essere esuli comunque, nel grande e misterioso viaggio della vita» annota Domenico De Martino, direttore artistico di Dante 2021.
Nel corso delle sue sette edizioni, «Dante Esule» ha raccontato i volti dei migranti, ma anche, e prima del clamore mediatico, il «laboratorio» di Riace. È passato attraverso una “versione” ecologica del concetto di esilio, quindi ha rivolto l’attenzione al tema dei femminicidi e poi agli «esuli» per scelta scovati nei territori danteschi della Romagna, infine al ritiro sociale degli adolescenti di oggi noto come «Hikikomori».