Ravenna, il bilancio del sindaco De Pascale: "2020 molto duro, 2021 su sanità, cantieri e le elezioni"

Romagna | 31 Dicembre 2020 Cronaca
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Manuel Poletti - «E’ stato un anno segnato evidentemente dalla Pandemia, dalla quale non siamo ancora usciti, ma il vaccino rappresenta una luce e un’iniezione di fiducia per il futuro. Non ci siamo comunque fermati, un plauso va anche a tutti i dipendenti pubblici. Sui progetti per la città il 2021 rappresenterà un anno molto significativo, non solo per l’Hub portuale, ma anche per tanto altro. Le elezioni? I cittadini valuteranno il lavoro che abbiamo svolto in questi 5 anni». Il sindaco di Ravenna Michele De Pascale analizza a 360 gradi la situazione in questa intervista di fine anno, dopo 12 mesi molto impegnativi causa l’emergenza sanitaria e sociale da Covid-19, con un occhio già rivolto al 2021, denso di sfide.
Sindaco, sta terminando questo maledetto 2020, cominciato con la scomparsa dell’ex sindaco Fabrizio Matteucci. Qual è l’immagine che non dimenticherà mai?
«L’anno è iniziato con questa notizia che ha colpito nel cuore tutta Ravenna e non solo. Fabrizio era una persona a cui non si poteva non volergli bene per il suo tratto di grande umanità. Fa davvero effetto pensare a quei giorni della sua scomparsa improvvisa, poco prima dell’inizio dell’emergenza Covid-19 anche in Romagna, sembra passato tanto tempo. I ricordi che mi legano a Fabrizio sono tantissimi, ci sentivamo molto spesso, era la telefonata della mattina per commentare i giornali o quella della sera per condividere alcune preoccupazioni con chi le aveva vissute prima di me. I frammenti più nitidi sono le belle parole al momento del passaggio di consegne e la sobrietà con cui mi ha seguito nei miei primi anni da sindaco».
La provincia di Ravenna appare più colpita di altre realtà romagnole da questa seconda ondata del Covid-19. Pensate a misure specifiche per le Cra? Con l’Ausl Romagna che richieste avanzerete oltre ai risultati già raggiunti?
«Ravenna nella fase uno, dove abbiamo avuto comunque lutti e molti malati, un fatto che non è da minimizzare, ha chiuso i cancelli prima che il virus si diffondesse in maniera ampia com’è successo in altri territori. Questo ha determinato che le misure messe in campo hanno ottenuto un risultato molto marcato. Sulle Cra in quella fase abbiamo avuto anche fortuna, solo qualche caso, come la Baccarini di Russi. Nel resto della Romagna invece già in primavera molte strutture erano state colpite. In questa seconda fase il virus è diffuso in tutto il territorio in maniera più omogenea, noi avevamo meno immunizzati, soprattutto nelle Cra. In tutta onestà c’è stata anche una dinamica psicologica: dove aveva colpito di più si è stati più attenti, qua forse un po’ meno in questo periodo. Dobbiamo fare tutti un po’ di più».
Dal punto di vista economico state cercando di sostenere le imprese più in difficoltà. E’ sufficiente l’azione di Governo e Regione su questo fronte?  
«Se nella gestione della Pandemia qualche errore del Governo è stato commesso, se apri non puoi poi “sgridare” i cittadini che escono, ad esempio. Sul versante dei ristori la fase due ha funzionato meglio della prima, dove aiuti e cassa integrazione erano arrivati con molto ritardo. Con l’Agenzia delle entrate è andata molto meglio la parte dei ristori. Penso poi ci sia una grande sottovalutazione: continuiamo a elargire risorse a debito, quello che non si comprende fino in fondo è come si ripagheranno queste somme. Il Recovery fund è un ottimo strumento, ma vanno selezionati progetti che ci permetteranno di ripagare i debiti. Non si apre una stagione dove si potranno buttare via i soldi, dovremo dare più competitività al sistema in maniera che riesca a ripagare il debito che stiamo accumulando ora per l’emergenza. Oggi nel dibattitto politico nazionale se ne parla davvero troppo poco».
Il tessuto sociale è messo a dura prova da questa Pandemia. Che cosa può fare di più il Comune?
«Per una pluralità di fattori e solo in parte per merito dell’ultima giunta, (bilancio in ordine, sistema di società partecipate in buona salute, avere ingenti riserve da parte), non c’è un altro Comune in Italia che ha messo a disposizione della comunità risorse come le nostre: 7 milioni di euro per 160mila abitanti, una cifra enorme. Sia in termini di riduzione di tasse, che di dilazione di pagamenti e accesso al credito. Poi sul fronte sociale ha funzionato molto bene la distribuzione dei buoni alimentari e l’anticipo della Cig. Infine un altro elemento determinante è la nostra gente: famiglie, associazioni, imprenditori, in Romagna si piange poco e si lavora tanto. Abbiamo un atteggiamento resiliente che soprattutto in fasi difficili come queste emergono in maniera positiva».
Il 2021 viene già descritto come l’anno della «rinascita», grazie al vaccino e alle risorse del Recovery Plan. A Ravenna partiranno finalmente i cantieri dell’Hub portuale e tanto altro. Lei come se lo immagina?
«Il 2021 per tutti i motivi che lei citava sarà molto significativo. Dovremo mettere in campo una gestione della Pandemia e una gestione della campagna vaccinale in parallelo, gli effetti li vedremo solo nella parte finale dell’anno. Per Ravenna sarà un anno importante, durante il 2020 nulla si è fermato. Il 2021 è l’anno dei cantieri: Hub portuale, che è il cantiere dei cantieri, ma noi abbiamo messo in questi anni a bilancio 150 milioni d’euro d’investimenti. La volontà e la testardaggine è stata quella di non voler mandare in soffitta i progetti futuri, nulla si è fermato, gestendo contestualmente anche l’emergenza. In questi mesi, da sottolineare, c’è stata una grande dedizione e un grande impegno dei dipendenti del Comune».
Come ci arriva la città alle elezioni, previste a fine maggio, ma che potrebbero slittare all’autunno 2021?
«Ci sarà anche la campagna elettorale, in questo momento non riesco a sentirmela addosso, ho seguito Faenza, ma era un momento con pochi contagi. Volevamo partire col cantiere programmatico a fine 2020, ma adesso ci sono cose più importanti a cui prestare massima attenzione. Ovvamente la campagna dovrà iniziare, ringrazio la maggioranza e anche la minoranza per questi mesi, c’è stato un dialogo costante, mi piacerebbe che questo non sparisse in futuro. Spero nella coesione sulle emergenze della città e un confronto serrato sui temi del futuro».  
 
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