Ravenna, i progetti dell'associazione La Ruota Magica per bimbi speciali ma non solo
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Federica Ferruzzi
La «Ruota magica» è un’associazione nata nel 2014 da un gruppo di mamme con bimbi speciali e oggi è una realtà radicata che ha saputo conquistare la fiducia dell’Amministrazione e di cooperative sociali che ne supportano l’attività. E’ la presidente, Giovanna Capasso, a raccontare l’ultimo progetto nato, «Separati Insieme», che ha l’obiettivo fondamentale di favorire l’integrazione tra bimbi normodotati e piccoli con disabilità. «Si tratta di un progetto nato dalla necessità, per noi mamme, di ritagliarci qualche ora di tempo libero garantendo comunque ai nostri figli la presenza di personale qualificato in grado di coinvolgerli in piccole attività». L’iniziativa, che si rivolge a bimbi di età compresa tra i 3 ed i 14 anni, si svolge al centro l’Isola di via Primieri 38 con educatori delle cooperative sociali Il Cerchio e Il Solco-Progetto Crescita unitamente a volontari di Dalla parte dei minori. «La prima edizione era partita nel 2019, inizialmente i bimbi erano pochi e successivamente ci siamo dovuti interrompere a causa della pandemia. Quest’anno il progetto è ripartito anche grazie al supporto dell’associazione Dalla Parte dei minori: da quattro bimbi siamo saliti a sei per poi arrivare a dieci. Alle due ore del sabato, dalle 16.30 alle 18.30, si sono aggiunte quelle del mercoledì (dalle 17 alle 19) in cui i piccoli, tutti insieme, svolgono laboratori, ascoltano musica, assistono alla lettura di un libro. Tutto è nato dalla domanda: visto che a scuola un bimbo disabile è in classe con altri, perchè non riproprorre la stessa modalità anche fuori? La risposta è venuta da sé ed il risultato ci ha soddisfatto. Certo, il lavoro è ancora tanto, soprattutto tra gli adulti non c’è sensibilità sul tema della disabilità, ma è con progetti come questo che si abbattono i pregiudizi». Un pensiero alla base anche del libro «La magia dello specchio», una storia a due voci che tratta la disabilità infantile e le complesse storie delle famiglie che si trovano a vivere questa esperienza. Da un lato c’è Stella, bimba normodotata, dall’altra Pietro, bimbo disabile, le cui vicende offrono a bambini e genitori la possibilità di specchiarsi l’uno nell’altro «perchè le differenze esistono, ma se incontrate, conosciute e messe in comune possono diventare ricchezza da condividere - prosegue Capasso -. Anche per questo, con l’aiuto del Comune, abbiamo deciso di donare il libro ai bimbi delle scuole, mentre una speciale versione cartonata verrà distribuita alle biblioteche». Chi vorrà potrà ritirarne una copia contattando direttamente l’associazione e le donazioni serviranno a sostenere nuovi progetti. «Oltre ai piccoli vorremmo coinvolgere anche i genitori, per puntare sempre di più sull’integrazione. E’ questo il punto fondamentale dell’attività e lo vedo anche a scuola, dove ho l’esempio di mio figlio Francesco: quando lo accompagno e vedo che arrivano i suoi compagni che quasi fanno a gara per assisterlo vuol dire che il percorso intrapreso è quello giusto. Ovviamente lo è anche per l’immenso lavoro portato avanti dai suoi maestri di sostegno, un’attività non scontata svolta con grande dedizione».