Ravenna, i lumini del 9 febbraio in streaming dalla Casa delle Marionette

Romagna | 08 Febbraio 2021 Cultura
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La città di Ravenna non rinuncia a festeggiare i Lumini di febbraio in Romagna, storica commemorazione della Seconda Repubblica Romana. L’appuntamento per quest’anno è online, con una diretta streaming dal Museo La Casa delle Marionette. L’appuntamento rivolto a bambini e genitori presenta  una narrazione ed un laboratorio di costruzione aperto al pubblico a partecipazione gratuita.

È rimasta solo una pagina sui libri di storia e pochi si ricordano della Seconda Repubblica Romana, quattro mesi in cui l’Italia fu guidata da tre intellettuali: Mazzini, Armellini e Saffi! Furono pochi mesi, ma segnarono indelebilmente la nascita della Democrazia nel nostro paese. Per ricordare quella pagina fondamentale della nostra Storia, il Museo La Casa delle Marionette accoglie, per il sesto anno consecutivo, il progetto sui Lumini di Romagna che, nato in collaborazione con il Museo del Risorgimento e la Casa Matha di Ravenna, con il sostegno di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna,  prevede una narrazione e un laboratorio di costruzione dei Lumini che ricordano le luci che, per festeggiare la nascita della Repubblica Romana, si accesero in tutta la Nazione, e soprattutto nel territorio romagnolo, per segnare l'adesione a quell'idea di libertà.
 
Quest’anno, sebbene le precauzioni anti covid non permettano di riunirsi dal vivo, gli enti promotori hanno deciso di convertire il progetto in una versione online appositamente progettata: martedì  9 febbraio alle ore 17 l’appuntamento è sulla piattaforma zoom sulla quale il Teatro del Drago trasmetterà in diretta streaming dal Museo La Casa delle Marionette, per poter costruire tutti insieme, grandi e piccini, i lumini di febbraio.
La partecipazione all’evento è gratuita ma è obbligatoria la prenotazione alla mail compagnia@teatrodeldrago.it o telefonicamente al 3926664211, si richiede gentilmente la prenotazione entro le ore 16 del giorno 9 febbraio.

Per realizzare i Lumini durante la diretta saranno necessari da uno a tre barattoli di vetro riciclato, tempera bianca, rossa e verde, pennelli e piccole candele.
 
 La storia dei Lumini del 9 febbraio
La tradizione di accendere la sera del 9 febbraio dei lumini e di porli sui davanzali delle finestre per tutta la notte è nata il 9 febbraio 1849 per festeggiare con l’accensione di luci la nascita della Repubblica Romana, a seguito dei moti insurrezionali del 1848. La Repubblica Romana ebbe  vita breve (5 mesi, dal 9 febbraio al 4 luglio) ma fu un'esperienza significativa nella storia dell'unificazione italiana perché divenne il banco di prova di nuove idee democratiche, ispirate principalmente al mazzinianesimo, che sarebbero diventate realtà in Europa solo un secolo dopo: il suffragio universale maschile ( quello femminile, pur non essendo vietato dalla Costituzione,  non venne attuato per consuetudine), l’abolizione della pena di morte e la libertà di culto.
I Lumini sono una tradizione profondamente radicata in Romagna, legata alla storia del Risorgimento Italiano, all’adesione all’idea di democrazia e Repubblica. Innestati sulle “feste del fuoco” di fine inverno, presenti in Europa da diversi secoli ( la Fugarena di fine febbraio, la Madonna del Fuoco celebrata a Forlì, la Candelora, l’ Imbolc celtico, il Carnevale),  i Lumini si diffusero con grande forza nel territorio romagnolo sin dalla seconda metà dell’ottocento, diventando nel corso degli anni un’abitudine che segnava l’adesione profonda ed etica alla visione democratica e repubblicana del Risorgimento. L’accensione delle piccole lanterne (spesso rosse, bianche e verdi) era accompagnata da cene patriottiche che rievocavano l’abitudine di condividere il pasto tra patrioti di diverse estrazioni sociali uniti dagli ideali comuni: l’aristocratico sedeva vicino al contadino, l’avvocato accanto al pastore, lo studente al professore.  Dalla prima metà del novecento il pranzo patriottico fu accompagnato da grandi feste che si svolgevano nei  Cameroni  (o Cameraccie) del Partito Repubblicano  dei paesi della campagna ravennate e forlivese. La più importante, sino alla fine degli anni ’60 del secolo scorso, era quella del Circolo Repubblicano Giuseppe Mazzini di S. Stefano (ex Palazzo Ginanni), una frazione a sud di Ravenna, che raccoglieva abitanti non soltanto dall’area delle Ville Unite, ma da tutta la provincia ravennate, cervese e forlivese. Era diventata una festa famosa, progettata accuratamente, per la quale l’intero paese veniva decorato con bellissime luminarie artigianali in ferro battuto. Arrivavano amici dalla città, dai paesi della campagna, arrivavano parenti da lontano, chi in bicicletta, chi in side-car, chi in motocicletta e, portandosi l’abito da festa nella borsa, si cambiavano nei casolari e poi correvano al camerone a ballare sino a notte fonda. Si facevano cene nelle case. Era diventato un evento: il più importante e seguito del territorio. Dei lumini accesi nella fredda notte del 9 febbraio resta il ricordo fortissimo in tutti quelli che, di ogni estrazione politica, hanno condiviso questo momento sino a qualche decennio fa.
Il progetto “I Lumini del 9 febbraio in Romagna e le feste delle luci di fine inverno” di Teatro del Drago e Associazione Culturale di Volontariato RavennArte

Per recuperare e raccontare alle generazioni più giovani questa memoria e la radice etica e culturale di questa Festa Laica, cara all’ immaginario e alla  storia del territorio romagnolo, l’Associazione Culturale RavennArte e Teatro del Drago/ la Casa delle Marionette di Ravenna hanno organizzato, a partire dal 2015 “ I Lumini di Romagna e le feste delle Luci di Fine inverno”, una serie di laboratori e narrazioni durante le quali  diverse classi delle Scuole Primarie del Territorio  hanno incontrato la storia dei Lumini di Romagna attraverso un approccio narrativo tra mito, storia e leggenda, costruendo le piccole lanterne da esporre durante la notte del 9 febbraio, con candele e barattoli di vetro riciclato, unendole ad  alcune azioni teatrali di comunità ispirate alla storia dei lumini.
Nell’ambito del progetto, anche lo spazio del Museo La Casa delle Marionette si apre ogni anno il 9 febbraio a tutti coloro che hanno scelto di ascoltare e condividere questa bellissima storia per creare insieme i Lumini da porre sui davanzali per illuminare di luce la notte laica che ricorda la lotta per la libertà e l’alba della Costituzione.  La narrazione e i laboratori sono coordinati da Roberta Colombo, Sabina Ghinassi e dal team del Teatro del Drago. La narrazione nasce grazie a una metodologia transgenerazionale e multidisciplinare e , muovendosi da un’indagine sulle feste del fuoco di origine celtica, latina e cristiana, arriva alla storia del nostro Risorgimento e al Rito Laico dei Lumini, alle sue radici civiche e culturali, saldamente innestate nell’ immaginario collettivo: una  “fabula” affascinante che unisce la dimensione etica e morale a quella fiabesca.

La manifestazione è organizzata da Associazione Culturale di Volontariato RavennArte e Teatro del Drago, in collaborazione con l’Associazione la Casa delle marionette, il Museo La Casa delle Marionette, il Museo del Risorgimento e Casa Matha. Il progetto è nato grazie al sostegno di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Comune di Ravenna, Regione Emilia-Romagna, MIBACT.

Informazioni e prenotazioni

compagnia@teatrodeldrago.it
392 6664211

www.teatrodeldrago.it
FB Teatro del Drago
INSTAGRAM @teatrodeldrago

 
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