Ravenna, i dormitori «Buon Samaritano» e «Re di Girgenti»: «Da noi molti ragazzi in attesa di entrare nei Cas»
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I centri sono diversi, ma le caratteristiche delle persone ospitate sono simili: molti dei ragazzi stranieri accolti al dormitorio Buon Samaritano di Borgo San Rocco e al Re di Girgenti di via Mangagnina sono infatti in attesa di entrare nei centri di accoglienza straordinaria (Cas), che ad oggi rappresentano la modalità ordinaria di accoglienza. A raccontare l’attività del Buon Samaritano è Suor Maria Giovanna Titone, che dal primo settembre si occupa del centro. «In questi tre mesi ho visto principalmente giovani immigrati in attesa di inserimento nei Cas, e questo è abbastanza anomalo. Ci sono tanti giovani in attesa del responso della Questura e in alcuni casi c’è anche chi da questi centri è uscito ma è ancora privo di un percorso di integrazione. Ci sono persone che dopo anni escono dai progetti, ma ancora non parlano italiano e si ritrovano per strada». Un’attività, quella del Buon Samaritano, che, ovviamente, ha risentito della pandemia, fenomeno che ha contribuito a ridurre il numero delle persone accolte. «I posti sono stati ridotti di un terzo: se prima arrivavamo ad ospitare 30 uomini e 4 donne, oggi siamo scesi a 10 uomini e due donne». Ad ogni ospite viene distribuito un tesserino che si rinnova di settimana in settimana, «un modo - prosegue Suor Maria Giovanna Titone - per incontrarli periodicamente e capire a che punto è il loro cammino di integrazione. Le nazionalità sono diverse: ci sono somali, pakistani e persone provenienti dal Bangladesh, ma nono solo. A dare loro la parola è un gruppo di volontari che ha organizzato una scuola di italiano e che fa capo alla parrocchia di San Rocco: ci tengo a ricordarlo perchè svolgono un servizio straordinario». Poco distante, al Re di Girgenti, la referente Carla Soprani racconta una situazione simile. «Fino ad oggi non abbiamo avuto nessun ospite positivo al Covid e questa è una grossa fortuna. Ovviamente anche noi abbiamo dovuto ridurre il numero degli utenti ospitati, che sono scesi da 21 a 18, e abbiamo anche allestito una stanza per l’isolamento». Anche qui, come al Buon Samaritano, tanti ragazzi sono in attesa di risposta per entrare nei centri di accoglienza straordinaria. «Abbiamo riscontrato la presenza di moltissimi ragazzi somali, che però non c’entrano con quelli che sono stati trovati nel complesso del Sigarone. Anzi, in proposito, quando ho letto delle polemiche legate al ritrovamento di quelle persone in quella struttura, mi sono stupita. Negli anni Duemila ci occupavamo di unità di strada e andavamo alla vecchia Callegari, dove c’erano sempre tante persone che cercavano riparo. Questo fenomeno è sempre esistito e mi fa sorridere che qualcuno se ne stupisca». Puntuali, ogni sera, in via Mangagnina si presentano dalle 20 alle 25 persone e tra loro c’è anche qualche italiano. «In alcuni casi - aggiunge Soprani - ci sono anche persone che non vivono all’addiaccio, ma vengono da noi perchè non hanno voglia di cucinare». (fe.fe.)