Ravenna, i coordinatori del 118 Buccinnà, Russo e Vitali: «Tante chiamate per Covid, il vaccino ha aiutato»
![ravenna-i-coordinatori-del-118-buccinn-russo-e-vitali-tante-chiamate-per-covid-il-vaccino-ha-aiutato](/inc/scripts/crop.php?img=https://backoffice3.titanka.com/verticalizzazioni/4897/254/upload/1643794610_ss05gruppook.jpg&w=420&h=248)
Federica Ferruzzi
«Sostanzialmente, con la ripresa della pandemia, sono ricominciate le chiamate - spiegano Mirna Buccinnà, Alessandro Russo e Marco Vitali, coordinatori del 118 - che spesso sono comunque legate a richieste di semplici informazioni. Ad esempio c’è chi non sa come comportarsi in caso di tampone rapido positivo e, non riuscendo a contattare il medico, l’Igiene pubblica o la Guardia medica, chiama chi sa essere presente h24. E’ ovvio che noi non possiamo sostituirci a loro, ma a volte bastano poche informazioni e gli utenti si tranquillizzano». Dal primo gennaio ad oggi le richieste causate dal Covid sono state 1741: di queste, in 1312 casi si è provveduto con l’invio di un’ambulanza e il decesso sul posto si è verificato nello 0,24% dei casi. Lo 0,86% è corrisposto ad un codice di alta gravità, il 17,96 ad uno di media gravità mentre nel 63% dei casi si è trattato di un codice di bassa gravità. Chi si è rifiutato di essere trasportato è pari al 16,94% dei casi. «Da un anno e mezzo a questa parte il percorso del paziente Covid è cambiato molto grazie alla campagna vaccinale - proseguono i coordinatori - e dopo una breve attesa in pronto soccorso nella maggior parte dei casi si prosegue con una terapia domiciliare. Al contrario delle prime ondate, oggi molti pazienti Covid sono codici verdi, la gravità si è un po’ affievolita». La paura dei primi tempi di essere ospedalizzati è ormai venuta meno e gli effetti delle riaperture non hanno tardato a farsi sentire. «Durante la prima fase di emergenza c’è stata un’incredibile diminuzione di incidenti, mentre oggi la situazione è tornata, purtroppo, ad essere la stessa dell’epoca pre Covid». E se il personale è rimasto sempre lo stesso, durante l’emergenza sono stati aumentati gli autisti. «Per il resto si è fatta una patta, perché se da un lato è entrato personale per il normale decorso delle graduatorie, dall’altro chi ha scelto inizialmente di non vaccinarsi è stato sospeso. Il nostro compito è stato però anche quello di rispettare la scelta dei colleghi e di sopperire alle assenze in maniera congrua».