Ravenna, i 30 anni del Centro per le famiglie, la coordinatrice Mosciatti: «11mila contatti nel 2023 per il supporto»

Romagna | 11 Maggio 2024 Cronaca
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Elena Nencini
Sostenere e promuovere il benessere delle famiglie è questo il primo obiettivo del Centro per le famiglie (Cpf) di via Gradisca a cui possono rivolgersi, gratuitamente, tutti i genitori con bambini fino ai 18 anni. Al Cpf lavorano 10 operatori con profili professionali diversi: psicologi, assistenti sociali, educatori, in sinergia con altre associazioni del settore e e altri servizi del Comune.
Basta contattare il Cpf (vedi orari e modalità in fondo all’articolo) e prendere un appuntamento per ottenere una consulenza e un percorso strutturato. Il servizio è rivolto ai genitori con figli minori che vivono nei comuni di Ravenna, Cervia e Russi: nel 2023 sono stati 10.924 i contatti per  richiesta di informazioni. Gianandrea Baroncini, assessore alle politiche sociali, sottolinea: «Trent’anni sono un traguardo importante per un centro che ha saputo rappresentare una risposta innovativa a un’esigenza sociale della comunità e che da allora ha dovuto mettersi costantemente in discussione e ricostruirsi per assecondare i cambiamenti della società. Basta pensare a come sono cambiate le famiglie nel corso di questi trent’anni per capire quanto lavoro e quante professionalità ci siano state dietro. Sinergie istituzionali con Ausl, asp, sinergie con il terzo settore il volontariato, sinergie territoriali con i comuni di Cervia e Russi».
Claudia Mosciatti, coordinatrice del Cpf, racconta come funziona il servizio e le attività del Centro. 
30 anni di Centro per le famiglie, cosa è cambiato?
«Il Centro ha iniziato la sua attività nel 1993, grazie al contributo della Regione Emilia Romagna che ha fortemente voluto i Cpf. I servizi offerti sono gratuiti: nel primo colloquio ascoltiamo le richieste della famiglia e individuiamo l’operatore di riferimento. Nel corso di questi 30 anni sono cambiate le attività che si sono modificate a seconda dei bisogni degli stessi genitori, inizialmente erano minime: uno spazio giochi, la sala letture oggi invece ne abbiamo tante. A partire dallo Sportello informazione – anche tramite telefono - ai genitori vengono date informazioni sui servizi pubblici e privati della città, fornendo i contatti anche per altre associazioni che possano rispondere ai bisogni della famiglia. 
Importante anche il sostegno alla genitorialità, con lo storico Punto di ascolto rivolto ai genitori con figli 0-13, che non comprende un trattamento terapeutico ma un servizio di consulenza psico-educativa proprio per i genitori. Un servizio di counselor è rivolto ai genitori con figli 12-18 anni, dove incontriamo sia genitori che figli. Uno spazio di consulenza psicologica che offre strumenti e tecniche per affrontare i cambiamenti dell’età evolutiva. 
Molti anche gli incontri tematici che spaziano dalle regole nell’utilizzo dei social al pericolo rappresentato dai social in età adolescenziale. Non manca un servizio per la mediazione familiare, rivolto a genitori in fase di separazione o già separati per aiutarli a prendere le diverse decisioni mettendo al centro i figli».
Quali altri progetti portate avanti?
«Da circa 17 anni sono attivi i progetti a sostegno dei “Primi 1000 giorni di vita” in collaborazione con i servizi del territorio, il Consultorio Familiare, la Pediatria di Comunità e Pediatri di libera scelta. A cui si affianca il Percorso nascita congiuntamente con Consultorio e Asl per garantire il benessere delle famiglie nei primi 3 anni di vita. 
Stiamo cercando inoltre di costruire e individuare sul territorio famiglie disposte ad aiutare altre famiglie in condizioni di fragilità oppure a forme più leggere di sostegno familiare. I bisogni che ci sembrano banali o semplici alle volte la famiglia di origine non è in grado di darli, come un bambino che pur vivendo da diversi anni a Ravenna non aveva mai visto il mare». 
Quali sono i bisogni che emergono maggiormente?
«Una volta i bisogni che avevano portato alla richiesta di consulenza iniziale riguardavano strettamente il confronto su strategie educative, mentre attualmente le richieste toccano bisogni più profondi che attengono alla dimensione di coppia, alle difficoltà di conciliazione dei tempi di cura dell’intimità, dei legami con genitori che hanno professionalità alte spesso difficili da conciliare con la genitorialità, a nuove strutture familiari».
Quali potrebbero essere dei nuovi progetti da portare avanti?
«A seguito di eventi come covid, guerra, alluvione gli adolescenti e i preadolescenti manifestano importanti criticità e vorremmo riuscire ad agganciarli e a metterli in connessione con altri servizi. Ci piacerebbe strutturare delle attività per prevenire queste forme di disagio importanti. Vorremo poi potenziare l’accoglienza e l’affido familiare: sarebbe bello trovare quella disponibilità solidale e di vicinanza di una volta che aiuterebbero molti ragazzini a vivere meglio. Abbiamo attivi 75 progetti di affido familiare, mentre altre famiglie sono in attesa di una conferma».
Info: via Gradisca 19 (dal lunedì al venerdì ore 8.30-13, mart e giov 14-17) o tramite appuntamento telefonico, e-mail: informafamiglie@comune.ra.it tel. 0544-485830. 
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