Ravenna, Green Pass per i genitori ai nidi, 10 candidati sindaco contro De Pascale, che replica: chi è vaccinato può entrare

Romagna | 16 Settembre 2021 Politica
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Dieci candidati a sindaco contro uno, a Ravenna in campagna elettorale succede pure questo. Tutti e dieci i candidati sindaco "alternativi" al centrosinistra che alle prossime amministrative sfidano il sindaco uscente Michele de Pascale, hanno firmato firmano una nota congiunta in cui chiedono al Comune di non “discriminare” i bambini dei genitori senza Green Pass. Il tema è quello sollevato dall’ultimo decreto approvato dal Governo (e votato dalla stessa Lega) e che prevede appunto l’obbligo di green pass per chiunque debba entrare nelle scuole (bambini e ragazzi esclusi). Quindi anche per i genitori dei bambini di nidi e materne, che solitamente accompagnano i propri figli dentro l’istituto. «A prescindere dall’opinione che ognuno di noi ha sui vaccini e sul green pass, e tra quelli che firmano questo appello ci sono entrambe le posizioni – si legge nella nota congiunta dei 10 candidati a sindaco -, sappiamo che molte famiglie in difficoltà economiche che non possono o non vogliono vaccinarsi non riescono a sostenere nemmeno il costo mensile di 3 tamponi a settimana quindi sono costrette a decidere fra il non pagare una bolletta o il far subire una discriminazione al proprio figlio. Chiediamo per tanto alla giunta nel nome della tutela dei minori, di modificare queste linee uniformando la modalità di entrata e di uscita dai plessi in maniera da non creare differenze, quindi accogliendo e consegnando come già succede da tempo in molte altre realtà tutti i bambini al cancello accompagnati dal personale delle strutture, nel pieno rispetto delle leggi vigenti». A firmare sono quindi, in ordine alfabetico: Alberto Ancarani, Alvaro Ancisi, Mauro Bertolino, Alessandro Bongarzone, Filippo Donati, Lorenzo Ferri, Emanuele Panizza, Matteo Rossini, Gianfranco Santini e Veronica Verlicchi.
Piccata e contraria la risposta del sindaco uscente e ricandidato Michele De Pascale: "Chiedo ai candidati sindaco che hanno un minimo di buon senso,
concedendo loro il beneficio del dubbio, di dissociarsi pubblicamente dalla nota in cui domandano al Comune di non fare entrare ai nidi e alle
materne i genitori vaccinati o in possesso di green pass, così come accade per quelli non in possesso di green pass. Comprendo che siano giorni trafelati di campagna elettorale e può essere comprensibile compiere una sciocchezza. Qui si sta chiedendo di privare l’80 per cento dei genitori della possibilità di accompagnare i figli a scuola perché il 20 per cento non si è voluto vaccinare. Già i non vaccinati penalizzano i loro figli, in più si vorrebbe penalizzare anche i genitori vaccinati e i loro figli.
È evidente a chiunque che si tratta di una follia inaccettabile. Togliamo di mezzo qualsiasi forma di retorica rispetto a chi non si è
potuto vaccinare, perché se risultano dei malfunzionamenti nelle procedure di esenzione dall’obbligo di green pass possono essere immediatamente segnalati. Il vaccino è accessibile e gratuito per tutti e tutte. Premettendo la totale adesione al green pass come strumento per mettere le nostre comunità al riparo da un riacuirsi della pandemia e dei
contagi, noi applichiamo la legge e se questa, riguardo agli accessi ai servizi educativi, dovesse cambiare, riorganizzeremo i servizi di
conseguenza. Ad oggi norma e circolari dicono chiaramente che per l'accesso alle scuole è necessario il green pass, quindi non è la giunta che emana
linee guida, ma si applica una norma dello Stato, analogamente a quanto stanno facendo i comuni vicini. In questi giorni, ad esempio, ci siamo
confrontati con il Comune di Forlì che si comporta esattamente come noi. Mentre non stupisce la posizione di alcuni candidati sindaco apertamente
no vax, stupiscono invece le posizioni degli altri che almeno a parole finora avevano avuto posizioni pubbliche che a tratti avevo anche
apprezzato. Inoltre non esiste una soluzione logistica, perché alle materne e ai nidi non si entra tutti insieme come alle elementari, ma si entra
scaglionati in fasce orarie che vanno dalle 7.30 alle 9.00 e quindi questo significherebbe costringere tutte le famiglie a perdere l’elasticità d’ingresso.
Il Servizio in questa fase iniziale, al fine di ridurre al minimo gli eventuali disagi delle famiglie, ponendo anche attenzione alla necessità
di evitare gli assembramenti, sta verificando, per ogni singolo plesso le condizioni organizzative e le caratteristiche strutturali dei servizi
e delle aree verdi per agevolare l’accoglienza all’aperto dove strutturalmente possibile, o l’accoglienza diretta in sezione, laddove
realizzabile, senza accedere internamente al servizio/sezione, non dimenticando che i bambini interessati sono di fasce di età diverse e
contano su diversi livelli di autonomia. Emerge dalla proposta, inapplicabile, una totale non conoscenza dell'organizzazione dell'offerta dei servizi educativi e questo, accanto
all'ambigua posizione sui vaccini, mi preoccupa e inquieta molto".
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