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Il 2018 si presenta pieno di attività per il Museo d’arte della città che si prepara a un anno intenso: il 7 gennaio chiude la mostra Montezuma, Mirko e Fontana e le sale del museo accoglieranno la Biennale dell’incisione a cura di Diego Galizzi, direttore del Museo civico delle Cappuccine di Bagnacavallo. Seguirà un’altra esposizione di rilievo dedicata a Albe Steiner, figura importante per la grafica italiana degli anni ‘50-’60 del secolo scorso, che ha lavorato anche per riviste della sinistra come L’Unità, L’erba voglio, Rinascita, disegnando il primo logo della Coop. .
Il Mar concentra poi i suoi interessi nel campo della fotografia: se negli anni scorsi era stato possibile ammirare l’immota immobilità delle immagini di Giovanni Zaffagnini o il bianco e nero di Lelli e Masotti che gettava uno sguardo sul mondo del teatro e della musica ad aprile saranno le foto di Alex Maioli ad occupare i tre piani del museo. Una mostra importante dedicata al fotografo ravennate che vive a New York da diverso tempo, dove ha trovato il successo, divenendo presidente nel 2011 dell’Agenzia Magnum. Fra i primi ad andare in Yugoslavia per documentare il conflitto, Maioli ha continuato a lavorare sui drammi interiori come i malati psichici o quelli di aids, ma anche i conflitti in Libia, Afghanistan, Iraq.
Ad autunno arriva invece «Work is over? Arte e conflitti tra mito e contemporaneità», un progetto scientifico di Angela Tecce, direttore del settore Periferie urbane del Mibact, e lo stesso direttore del Mar Maurizio Tarantino. Una mostra di arte contemporanea con 40/50 opere di forte valore iconico, con nomi del livello di Picasso, Keith Haring, Marina Abramovich, Andy Warhol. Nell’anniversario della fine della prima Guerra mondiale, una riflessione filosofica su questo tema, con opere di forte impatto. Grazie anche alla regia di Studio Azzurro che consentirà di spaziare tra cinema, fumetto, fotografia.
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