Ravenna, Fusari (Anestesia e Rianimazione): «In una settimana sei prelievi multi organo in ospedale»

Romagna | 15 Aprile 2022 Cronaca
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Federica Ferruzzi - Per la prima volta all’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna è stato portato a termine con successo il prelievo di organi e tessuti da donatore a cuore fermo. Ma non solo: a raccontare l’attività è il direttore dell’unità operativa di Anestesia e Rianimazione Maurizio Fusari. «Si tratta di una donazione molto particolare, avvenuta grazie all’utilizzo di tecnologie piuttosto avanzate. L’intervento è stato possibile grazie all’aiuto indispensabile dei colleghi di Cesena, che si occupano di donazione d’organo. A Ravenna, in una settimana, abbiamo effettuato sei prelievi multi tessuto, oltre al primo prelievo multi organo da donatore a cuore fermo: l’intera attività pone Ravenna in cima ai vertici regionali grazie alla dedizione del team medico ed infermieristico dedicato. Questa tipologia di donazione ha un coinvolgimento molto forte: per me è stata una grande soddisfazione, la chiusura di un cerchio che valorizza Ravenna non tanto sotto l’aspetto tecnico-ospedaliero, quanto per la generosità della sua popolazione. La donazione è andata a buon fine e tre persone hanno ricevuto organi e una nuova vita». 
Ha parlato di chiusura di un cerchio: quest’anno sono i dieci della sua attività in reparto e si avvicina la pensione. Come è cambiata l’unità operativa?
«E’ cambiata moltissimo. Come quando un parente che non ti vede da tanto ti dice che sei cresciuto: se uno la guarda con gli occhi del genitore non se ne rende conto. Abbiamo cambiato sede fisica, dal momento che entrammo nel nuovo Dea dopo tre anni che ero arrivato. A cambiare è stata anche la tecnologia a disposizione. La nostra specialità, rispetto ad altre discipline, si basa molto sui sistemi di monitoraggio e di supporto alle funzioni vitali, oltre che e sul rapporto fisico stretto con i malati, che  in sala operatoria è di “uno a uno”. Di sicuro è cambiato il modo di lavorare, fondato sulla presa in carico di una persona con problemi di funzioni vitali. Un aspetto fondamentale è che la bravura tecnica dei miei collaboratori non è mai entrata in discussione. Personalmente spero di aver portato l’idea che anche se sei un anestesista rianimatore hai una progettualità terapeutica sul malato non a breve termine. Negli ultimi dieci anni una quarantina di professionisti sono venuti perché a Ravenna era cambiato qualcosa».
Soddisfazioni sono arrivate anche dall’attività connessa al parto...
«Quando arrivai il parto analgesia c’era già ed era gestito molto bene: quello che ho portato è stata un’apertura al confronto con il resto del mondo scientifico. Nonostante il Covid ed il generale calo di natalità, a Ravenna i numeri dei parti assoluti sono aumentati invece che diminuire. Nel primo trimestre 2022 più del 42% dei parti si è svolto in analgesia: si tratta di un numero europeo, neanche italiano, assolutamente sopra la media regionale. Tanto di ringraziamento, quindi, ai miei collaboratori che si occupano in maniera prevalente di questo».
Ci avviciniamo all’estate, ma i numeri di malati di Covid non pare in calo, qual è la situazione?
«Ad oggi gli anestesisti e rianimatori non sono più in prima linea, ma direi addirittura in terza, anche se è vero, i numeri non tendono all’azzeramento dei casi. I rapporti di gravità rispetto alle ondate precedenti si sono però invertiti: i ricoveri sono irrisori, ma le nuove varianti sono molto contagiose. Oggi il pericolo è dietro l’angolo molto più di prima in termini di contagio. Servirà ancora lavorare sull’idea che non saremo più liberi, ma conviventi con il Covid».
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