Ravenna, Folli (Cgil) sugli stagionali: «Per quattro euro all'ora si preferisce rimanere a casa»

Romagna | 18 Luglio 2021 Cronaca
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C’è il racconto di Mauro (nome di fantasia), trent’anni, che lavorava da maggio e che a fine giugno non aveva ancora visto un euro; quello di Anna,  che si è sentita dire che sarebbe stata pagata a fine stagione per un lavoro da barista, «ma solo se ci saranno abbastanza soldi»; c’è poi la storia di Luca,  che alla fine del primo mese di lavoro si è trovato ad avere in busta molto meno di quanto era stato inzialmente pattuito. L’estate 2021, secondo i sindacati, non si discosta troppo dalle ultime, segnate da una severa mancanza di personale. «Il leit motiv è sempre lo stesso - racconta la segretaria generale provinciale della Filcams Cgil Ravenna, Cinzia Folli – e anche quest’anno assistiamo ad un aumento elevato di dimissioni da parte di lavoratori stagionali che, dopo aver trascorso le prime settimane ricevendo una retribuzione pari a 4 euro all’ora, preferiscono dimettersi. Non c’è però dubbio che, rispetto agli anni scorsi, le condizioni stiano peggiorando». Secondo Folli «ad alcuni hanno detto che saranno retribuiti solo se ci saranno i soldi, a qualcun altro che sarebbe stato pagato solo a fine stagione. E’ ovvio che, se si può scegliere, si cercano di evitare situazioni di questo tipo». Ma c’è chi l’alternativa non ce l’ha. «Alcuni lavoratori sono costretti ad accettare condizioni che secondo noi non sono compatibili con i contratti collettivi di lavoro e con le normative, ma stiamo accertando che questo avviene un po’ ovunque in Italia. Gli altri anni, invece, questa situazione era maggiormente presente in Romagna. Non è colpa di nessuno se c’è stata la pandemia e le aziende hanno guadagnato poco, ma riteniamo che il livello minimo debba essere comunque garantito». Ed è proprio per andare in questa direzione che Folli annuncia la volontà di mettere in campo misure efficaci che garantiscano i lavoratori. «C’è molto da fare a livello regionale una volta terminata la stagione ed è per questo che, come segreteria regionale, avanzeremo un confronto con le associazioni e le istitutizioni per evitare che il porssimo anno ci si ritrovi nella stessa situazione». Secondo la segretaria un tasto su cui battere sarà quello della formazione. «A noi risulta che chi frequenta la scuola alberghiera non venga assunto a causa di normative abbastanza stringenti che vietano, ad esempio, straordinari e lavoro notturno. Riteniamo invece siano le persone più adatte a ricoprire determinati ruoli e sarebbe una bella cosa costruire un rapporto tra le aziende e l’istituto alberghiero di Cervia, per dirne uno, in modo da avere un domani personale qualificato».  Ma il nodo centrale, per Folli, rimane la retribuzione. «Nel momento in cui i lavoratori vengono pagati sempre meno, si abbassa il livello dell’offerta. Serve un confronto proprio per cercare, insieme, di regolarizzarli e mettere in campo un’idonea formazione. I frutti arriveranno».  (fe.fe.)
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I sindacati non rappresentano più i lavoratori. Sempre più frequente il dover accettare le regole imposte dal datore di lavoro che in nome della crisi chiede sempre più sacrifici ai lavoratori. In questa fase ci vanno di mezzo: sicurezza sul posto di lavoro e tutela del lavoratore. Chi contesta perde il lavoro. I sindacati discutono nelle loro sedi ma non danno nulla x invertire questa rotta. Intanto vite distrutte e lavoratori sempre più precari. Povera Italia fondata sul lavoro!
Commenta news 18/07/2021 - Nerino
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