Ravenna, falsi vaccini anticovid: confermato il sequestro del green pass ad un medico
Nel pomeriggio del 16 dicembre il Tribunale del riesame non ha accolto la richiesta dei legali del medico infettivologo finito nell'indagine sui falsi vaccini inoculati da Mauro Passarini arrestato lo scorso novembre con l'accusa di aver sottoposto ad una finta vaccinazione un elevato numero di pazienti per far loro ottenere il green pass. Tra questi anche 7 sanitari che sono stati sospesi dal lavoro e a cui è stato sequestrato il green pass. Un infettivologo aveva impugnato il sequestro preventivo del suo Green Pass, spiegando di avere un certificato vaccinale valido datato il 29 di ottobre, dove è registrata la vaccinazione Covid. Per i giudici del Riesame, però, quella dose inoculata a fine ottobre da Passarini sarebbe stata diluita, pertanto l'infettivologo non sarebbe vaccinato. L'uomo aveva rifiutato di sottoporsi ad accertamenti per verificare se avesse o meno svuluppato gli anticorpi salvo poi ripensarci e sottoporsi ad una seconda dose di vaccino. In realtà "prima dose" considerando non valida quella del 29 ottobre. Tra 30 giorni saranno disponibili le motivazioni della decisione dei giudici del Riesame. Passarini, nei due interrogatori davanti al gip Corrado Schieretti ha dichiarato di non essere no vax, ma scettico sulla validità del vaccino pertanto di aver inoculato una dose diluita con acqua (dunque non valida) a quanti gli chiedevano di venir registrati tra i vaccinati per avere il green pass pur non ricevendo il vaccino. Dagli accertamnti degli inquirenti solo un sesto dei pazienti del medico avrebbe ricevuto una vera dose di vaccino. Nei giorni scorsi la Procura ha confermato il sequestro di 107 dei 190 green pass ritirati.