Ravenna e provincia, prezzi del gas alle stelle, boom dei combustibili green, parlano i rivenditori locali

Romagna | 17 Ottobre 2022 Cronaca
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Marianna Carnoli - Il caro energia continua a farsi sentire e minaccia di peggiorare nei prossimi mesi: la guerra in Ucraina prosegue e la Russia sta tagliando le forniture di gas in Europa con conseguenze più che ovvie. L’Europa non ha ancora fissato un tetto al prezzo del gas pertanto, in attesa di una nuova stangata sulle bollette autunnali, in molti stanno pensando a rimedi alternativi e meno costosi per riscaldare la propria casa nei mesi più freddi. Abbiamo fatto il punto con alcuni rivenditori della provincia subissati di richieste da parte dei cittadini. «L’impennata dei prezzi del gas ha fatto aumentare esponenzialmente anche quelli dei combustibili alternativi, quali legna e pellet: se due anni fa un sacchetto di quest’ultimo costava tra i 4 e i 5 euro, oggi supera i 10. Lo scoppio della guerra in Ucraina ha bloccato le forniture di materiali che arrivavano sia da quel paese che da Russia e Bielorussia e tutti i consumatori hanno cercato di acquistare i prodotti già presenti nelle fabbriche- ha spiegato Francesco Fabbri, amministratore della Ricci Pietro srl, azienda ravennate con più di 70 anni di attività e che, dal 2003 commercializza pellet rifornendo i vari rivenditori di Italia-. A febbraio e marzo, come di consueto, aspettavamo una riduzione dei prezzi che, invece, sono aumentati portando a 11,5 euro il prezzo di un sacco da 15 chili di pellet per noi grossisti. Il rivenditore, poi, lo deve proporre al cliente ad un minimo di 13 euro con un guadagno che non è certo alto come, invece, credono in molti. In primavera ed estate abbiamo assistito ad un vero e proprio “isterismo all’acquisto”: immaginando di dover affrontare un inverno con il metano a prezzi più che proibitivi le persone hanno cercato di acquistare quanto più pellet possibile. Molti, però, stanno cadendo nella trappola di tanti siti online che, utilizzando i nostri marchi, si spacciano per venditori affidabili e propongono ancora un sacco a 5 euro, salvo poi “sparire” una volta ricevuto il denaro. Purtroppo, poi, per questi carburanti alternativi il Governo non ha fatto alcun intervento per andare incontro a quel 10% di consumatori italiani che non si scaldano con il metano già da anni: se l’Iva del gas è stata portata al 5%, quella del pellet, dal 2015, è passata dal 10 al 22% a differenza di altri paesi europei, ad esempio, dove invece è scesa dal 12 al 3%. Per il Governo italiano, abbassare l’Iva sul pellet non sarebbe altro che una manovra popolare gratuita e “indolore”, ma non viene fatta. Ad oggi i rivenditori non riescono a soddisfare una richiesta altissima e manca circa il 25% di prodotto a causa della guerra e della difficoltà di reperimento della materia prima. Inoltre un camion che trasportava circa 1200 sacchi di pellet per un costo di 6 mila euro oggi, per lo stesso volume, ha un costo di 14400 euro. Molti rivenditori non hanno la capacità finanziaria per continuare ad acquistare pellet con questi prezzi ed altri sono passati al commercio della legna, altro carburante richiesto nonostante abbia anch’esso subito un’impennata nel costo». Le previsioni, comunque, sono negative nonostante Ricci Pietro srl sia tra i tre big italiani per l’importazione del prodotto: «siamo riusciti a recuperare il pellet a primavera perché i nostri concorrenti all’approvvigionamento sono paesi che non erano soliti comprarlo in quel periodo dell’anno, ma ora la situazione è cambiata».

PRENOTAZIONI BLOCCATE
Difficoltà nel reperimento del materiale la registra anche la Tabanelli di Lugo che ha dovuto bloccare le prenotazioni. A fronte di una richiesta sempre molto alta, il pellet manca e, come questo è passato dal 2021 ad oggi da 5 euro al sacco a 12 euro, anche la legna, al quintale, dai 20 euro è arrivata a 27 euro. E se fino a 2 anni fa conveniva “far rifornimento” di legna o pellet in estate quando generalmente i prezzi erano un po’ più bassi, oggi i costi sono comunque alti e l’impennata pare non essersi assestata.

LA CONSEGNA DELLE STUFE SLITTA A MAGGIO
Alla difficoltà nel reperimento dei combustibili alternativi si somma quella della consegna delle stufe a pellet o legna che, acquistate oggi, possono essere installate non prima di maggio 2023. «Quest’estate siamo riusciti a soddisfare le richieste della clientela perché avevamo molte stufe sia a pellet che a legna già in magazzino- ha spiegato Franco Tanesini dell’omonima azienda faentina che commercializza pellet Mak Holz e, tra le altre, stufe Nordica, tutti prodotti di alta qualità- , ma oggi abbiamo solo qualche pezzo a pellet. Temendo di restare al freddo quest’inverno, le persone sono corse ai ripari anche acquistano stufe a legna, generalmente meno chieste rispetto quelle a pellet che sono programmabili anche da remoto. Per usufruire degli incentivi che il Governo ha stanziato per la sostituzione di una vecchia stufa serve una certificazione specifica ed una canna fumaria ad hoc e chi acquista ex novo una stufa ora deve aspettare almeno fino a maggio per l’installazione viste le tantissime richieste che abbiamo avuto». La corsa all’acquisto delle stufe è iniziata già dal 2021 e lo scorso agosto la Tanesini è arrivata a vendere sei o sette pezzi al giorno, una media mai registrata. Per quanto riguarda il pellet l’azienda ha ancora diversi bancali in giacenza. «Oggi i prezzi di questo biocarburante sono davvero alti, 15,5 euro a sacco, quasi tre volte tanto rispetto ad anni fa e la speculazione in Italia è vergognosa: in Francia,ad esempio, paese che sfrutta il nucleare il sacchetto da 15 chili di pellet costa ancora 6 euro. Dopo l’ennesima impennata negli ultimi 15 giorni, oggi il prezzo del pellet è piuttosto fermo, ma è diventato quasi un “bene di lusso” tanto che «qualche giorno fa un nostro cliente ha acquistato due sacchi di pellet da portare ad un amico che l’aveva invitato a cena invece dei consueti fiori o vino».

RICHIESTA DEL PELLET AUMENTATA DEL 40%
Davide Giudizi che gestisce la Edilblock di Bagnacavallo, storica azienda specializzata nella vendita, installazione ed assistenza di stufe, camini e caldaie non aveva mai visto una simile “corsa all’acquisto” in 36 anni di lavoro. «La richiesta di pellet è esagerata, aumentata del 40% rispetto allo scorso anno: da luglio 2021 il mercato non si è mai fermato, nonostante il prezzo sia aumentato davvero tanto. Quest’estate ho visto persone litigarsi una stufa e molti che acquistano oggi, sentendosi rispondere che per l’installazione si va a maggio del prossimo anno restano senza parole. Purtroppo il “terrorismo mediatico” sul prezzo del gas in vertiginoso aumento ha spinto molti a cercare di far fronte al freddo con carburanti alternativi al metano. E addirittura quasi nessuno cerca più uno sconto. Il pellet è più richiesto della legna, sia la stufa che la caldaia alimentati con questa biomassa: abbiamo alcuni clienti di Tredozio, boscaioli che hanno preferito la stufa a pellet piuttosto che quella a legna perché può stare accesa anche un’intera settimana senza bisogno di essere pulita. Nonostante la difficoltà del momento nel reperimento del materiale riusciamo ancora a soddisfare le richieste dei clienti. Penso che il prezzo del pellet si assesterà e forse calerà un poco l’anno prossimo perché anche in Italia ci sta organizzando».
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