Ravenna e provincia, la violenza non cala: «Donne sempre più giovani»

Romagna | 22 Novembre 2019 Cronaca
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Silvia Manzani- Sono poco più di 600, sul territorio provinciale, le donne accolte nei primi dieci mesi del 2019 dalle associazioni che si occupano di violenza di genere. Un numero in linea con quello dello scorso anno e che le addette ai lavori commentano in una doppia chiave: «Non è certo positivo assistere ancora a un numero così alto di casi - afferma Alessandra Bagnara, presidente di Linea Rosa, che opera a Ravenna, Cervia e Russi -. L’altra faccia della medaglia potrebbe però essere l’emersione del fenomeno: nelle nostre case rifugio abbiamo al momento tre ragazze tra i 18 e i 19 anni, il che ci fa pensare al fatto che ci possa essere una sempre maggiore consapevolezza in fasce d’età più basse. Accorgersi prima di che cosa si sta subendo significa a volte intervenire precocemente». Sulle 314 donne che si sono rivolte al Centro antiviolenza di Linea Rosa, 210 sono italiane, 175 hanno subito violenza fisica e 272 violenza psicologica. Venti donne e venti bambini sono, invece, stati ospitati dalle case rifugio di Ravenna e da quella di Cervia, dove nelle prossime settimane ne dovrebbe essere consegnata una seconda mononucleo. Sul fronte bandi e finanziamenti, al momento la situazione è più tranquilla del solito: «Nel dicembre dello scorso anno abbiamo rinnovato la convenzione triennale con l’ente pubblico, rinnovabile per altri tre anni. Siamo anche contente del protocollo provinciale che ci sta consentendo di far passare le donne ospitate da un territorio a un altro, senza che ci siano rette da pagare. È una possibilità importante quando la donna non si sente sicura». 

«FENOMENO DRAMMATICO»
Molto simile la situazione registrata a Lugo da «Demetra - Donne in aiuto», che nei primi dieci mesi dell’anno ha accolto 99 donne (lo scorso anno erano state 103) e ha ospitato 5 donne e 8 minori in emergenza e 7 donne più 5 minori nella casa rifugio a indirizzo segreto: «Il trend dei casi di maltrattamenti è costante e il commento non può che essere drammatico -  spiega la presidente Giusi Dessy - perché possiamo anche pensare che il problema sia sempre più denunciato ma resta comunque presente in maniera forte e preoccupante. Assistiamo anche a un abbassamento dell’età da parte delle donne che chiedono aiuto, fino ad arrivare addirittura all’adolescenza. Questo significa, purtroppo, che continuiamo a crescere generazioni di uomini che non hanno rapporti positivi con le donne. La nostra speranza resta nelle scuole: noi, insieme all’Unione dei Comuni della Bassa Romagna e alle associazioni femminili del territorio, facciamo informazione e formazione alle medie e, laddove ce lo richiedono, anche alle superiori».

«ONE MORE LIFE!»
A Faenza «Sos Donna» ha accolto nel 2019 190 donne, in linea con l’anno scorso. e ha dato alloggio, fino a metà novembre, a donne e minori per un totale di 1389 notti nel primo caso e 2244 notti nel secondo: «Abbiamo una casa di pronta emergenza - spiega la presidente Antonella Oriani -, tre case rifugio e una casa per le donne che hanno raggiunto una semi-autonomia». L’associazione, grazie a un finanziamento del Dipartimento per le pari opportunità, concluderà a maggio il progetto sulla violenza economica  «One more life!» che a gennaio vedrà l’organizzazione di alcune giornate seminariali, oltre alla pubblicazione finale di una brochure con i dati delle indagini realizzate: «La violenza economica è quella di cui meno si parla e la più difficile da riconoscere, siamo soddisfatte di poter fare luce anche su questa parte». Per dare alle vittime di violenza la possibilità di costruirsi un’opportunità formativa e lavorativa, continua anche la collaborazione con Gemos, che propone tirocini e laboratori ad alcune delle donne «tutelate».
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