Ravenna e provincia, il prefetto Caterino: "Infiltrazioni mafiose, allerta alta"

Oltre un mese fa, il prefetto di Rimini Alessandra Camporota ha lanciato l’allarme: la mafia, sfruttando le opportunità della pandemia, potrebbe infiltrarsi nell’economia, aggredendo in particolare il sistema turistico-alberghiero. Un tema sul quale anche la Prefettura di Ravenna è, in questo periodo, più allerta: «L’attenzione - spiega il prefetto Enrico Caterino - è stata intensificata grazie al lavoro del Gruppo interforze ma anche della Guardia di finanza e delle altre forze dell’ordine. Per fortuna, nella nostra provincia esiste un’ottima sinergia anche con la Camera di commercio, che ci consente di tenere le antenne dritte e analizzare ogni situazione alla minima segnalazione di una qualche anomalia. Dal 2013 a questa parte sono stati oltre 50 i casi che abbiamo seguito in provincia. Un numero che ci conferma come il territorio, da questo punto di vista, vada sempre tenuto monitorato». In questo senso, il momento attuale risulta, sulla carta, piuttosto critico: «Anche da noi, il pericolo che le organizzazioni criminali possano sfruttare la debolezza di qualche azienda esiste. Al momento posso dire che non ci sono criticità né problemi ma stiamo trattando l’argomento a più riprese all’interno del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. A differenza di Rimini, la nostra è una realtà più tranquilla, se non altro per la più carente rete di strutture alberghiere, fatta eccezione per la zona di Cervia e Milano Marittima. Certo, non solo il turismo è attaccabile. In generale, tutto il mondo dell’imprenditoria, così come quello della ristorazione, è esposto». Per quanto riguarda, invece, l’usura, i numeri piccoli che contraddistinguono il territorio non devono, secondo Caterino, fare abbassare la guardia: «Anche in questo caso, abbiamo le antenne dritte». (s.manz.)