Elena Nencini - Ha riscosso un grande successo di pubblico al Mercato coperto la presentazione dell’associazione «Bagherpersempre» che ha visto partecipare personaggi del calibro di Iacopo Volpi, oggi direttore Rai Sport, ma giornalista e telecroni- sta Rai degli anni d’oro del volley, Fabio Vullo, palleggiatore della squadra del Messaggero Ravenna campione d’Italia, e ora commen- tatore televisivo, Massimo Righi, presidente Lega Pallavolo Serie A. Luca Casadio, un passato da gioca- tore di serie A e da dirigente della squadra di pallavolo Robur Costa, racconta come è nata l’associazio- ne e i suoi obiettivi.
La serata al Mercato coperto è stata anche l’occasione per affiliare nuovi soci. Come è nata l’idea dell’associazione?
«E’ una rete che unisce gli appas- sionati di pallavolo. I soci fondato- ri sono 14, Paolo Badiali, Simone Bassi, Roberto Costa, Gianstefano Focaccia, Stefano Margutti, Gianguglielmo Ragni, Piero Roncuzzi, Nunzio Rossi, Stefano Rusticali, Giancarlo Sirri, Umberto Supra- ni, Gianluigi Tartaull, Antonio Venturini. L’idea è quella di unire tutto il popolo del mondo pallavo- listico locale per uno scopo sociale e filantropico».
Chi può aderire?
«Possono aderire tutti coloro che “si sentono” parte dell’ambiente pallavolistico, dagli attuali gioca- tori agli ex di qualsiasi categoria, ma anche allenatori, volontari, dirigenti, chi ha fatto parte dello staff medico-sanitario, dello staff tecnico, giornalisti, tifosi, simpa- tizzanti, amici. Perché la pallavo- lo è per sempre».
Obiettivi?
«Sostenere progetti assistenziali per giovani che non hanno la pos- sibilità di frequentare corsi palla- volistici per diversi motivi, an- che economici, oppure sostenere progetti educativi-sportivi anche per ragazzi portatori di handicap. Siamo aperti a qualsiasi richiesta ci arriverà, per esempio ci hanno raccontato di alcuni ragazzi che non riescono ad andare agli alle- namenti perché non c’è nessuno che li accompagna. Ecco, anche di queste piccole realtà ci vorrem- mo fare carico, dalla mancanza di materiale sportivo fino all’orga- nizzazione di eventi specifici in funzione delle richieste ricevute. Vorremmo eternizzare la nostra passione riuscendo a trasmetterla o semplicemente a ‘regalare’ un ricordo bello portando i ragazzi a vedere una partita di serie A».
Tra le iniziative che state portando avanti una mostra in piazza del popolo nelle vetrine della ex Cassa di Risparmio.
«Si, fino al 21 novembre la mostra “La rete che unisce la nostra passione” è un viaggio nel tempo e nella memoria. Accende i riflettori sulla grande passione spor- tiva di Ravenna per la pallavolo ripercorrendone trionfi e slogan, colori e numeri, cimeli e immagini dal lontano 1917 quando la allora palla-a-volo italiana prese forma e linfa a Porto Corsini fino ai gior- ni nostri. I cinque scudetti di fila, poi una serie di titoli giovanili che fanno da ponte con gli anni d’oro targati Ferruzzi, con uno scudetto, tre Coppa Campioni consecutive, un Mondiale per club tra i titoli che impreziosiscono una bacheca glo- riosa e grandiosa.
Ci sono immagini e coppe mai viste a Ravenna, come la Coppa del mondo del Messaggero. Sono ri- cordi che fanno rivedere e riassaporare la passione per questo sport. Sono state interessanti le discus- sioni innescate negli avventori che commentavano le diverse date, ha rispolverato un interesse forte nelle persone».
Dove avete trovato il materiale esposto?
«In gran parte da collezioni priva- te dei soci fondatori: gli scudetti originali sono un vero patrimonio, sono di Paolo Borghi, ex giocatore della Robur. Tartaull è stato un ex giocatore e aveva già organizzato una mostra. Carlo Sama ha portato dall’estero la Coppa del Messaggero».
Altre iniziative?
«Certamente, cercheremo di rac- cogliere fondi con altre iniziative. Stiamo organizzando un concerto per l’anno nuovo con la Banda De André, un complesso che piace a generazioni diverse e raccoglie un pubblico eterogeneo».